La questione razziale torna prepotentemente all'ordine del giorno in America, con due sentenze di segno opposto. La prima riguarda Edward Nero, agente di polizia coinvolto...
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A scatenare diversi timori è la decisione del giudice Barry Williams di assolvere l'agente Nero, che potrebbe provocare disordini, scontri, saccheggi e incendi come quelli che si sono verificati nei giorni successivi alla morte di Gray. Il caso risale al 12 aprile 2015: il 25enne afroamericano è deceduto dopo essere stato arrestato e caricato su un furgone della polizia con l'accusa di avere con sè un coltello a serramanico. Il ragazzo è entrato in coma dopo un trauma alla spina dorsale e la sua morte ha scatenato non solo violente proteste a Baltimora, ma anche un'ondata di manifestazioni di piazza in tutti gli Stati Uniti. Sull'agente, uno dei sei coinvolti nella morte di Gray, pendevano le accuse di violenza premeditata, eccesso dell'uso della forza e cattiva condotta in servizio.
Secondo gli avvocati di Nero tuttavia è stato un altro poliziotto ad ammanettare il giovane, mentre lui non è stato coinvolto direttamente nell'arresto. Il prossimo processo è previsto per il sei giugno e sui timori che Baltimora si trovi di nuovo al centro di una guerriglia urbana, il sindaco Stephanie Rawlings Blake ha rassicurato la popolazione, dicendo che la città «è pronta a rispondere» ad eventuali proteste. «Proteggeremo i nostri quartieri, i nostri negozi e i nostri cittadini», ha precisato. In Georgia, invece, la Corte Suprema ha emanato una sentenza che va nell'opposta direzione, annullando la condanna a morte inflitta nel 1987 a Foster, dopo che il suo avvocato ha provato come la giuria di allora, composta da 12 bianchi, fu selezionata con criteri razzisti. Una decisione presa a maggioranza (per 7 a 1) destinata a far discutere in un Paese che, 30 anni dopo, è sempre alle prese con il problema del razzismo nella scelta dei giurati. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero