Anm, Minisci è il nuovo presidente

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«L'anno che inizia oggi si presenta particolarmente articolato e complesso». Una scelta di parole quanto mai azzeccata quella del nuovo presidente dell'Anm, il pm di Roma Francesco Minisci, esponente di Unicost, nel giorno del suo insediamento. Il suo orizzonte è di medio periodo - visto che l'Anm due anni fa ha ripristinato le presidenze annuali - e coincide con l'avvio della legislatura, l'attesa sul nuovo governo, le prossime elezioni del Csm. Ma nel frattempo c'è da portare a termine una mediazione su due provvedimenti già approvati per i quali la magistratura è in fibrillazione: la riforma delle intercettazione, che entrerà in vigore a luglio, e la norma sull'avocazione delle indagini da parte dei procuratori generali in casi di ritardo del pm. «Interventi che rallentano, anziché accelerare i processi», dice, e «se non si interviene subito il sistema giustizia rischia». Originario di Cosenza, 49 anni, Minisci - che dividerà il vertice dell'Associazione con il neosegretario Alcide Maritati, rappresentante di Area, il 'cartellò delle toghe di sinistra - ha condotto prima in Calabria, poi a Roma, da componente della Dda, indagini sulla 'ndrangheta. È stato segretario della giunta presieduta da Piercamillo Davigo, prima che questi, con il suo gruppo A&I, lasciasse la giunta unitaria. Da questi sembra prendere le distanze, presentandosi con un discorso da garantista: «I magistrati intervengono su fatti che vanno provati nel processo, che possono essere più o meno complessi, reiterati, estesi e duri da scardinare, ma sono dei fatti». Rigetta la polarizzazione tra «buoni» e «cattivi»: «l'azione della magistratura ha come conseguenza una funzione di deterrenza» ma di certo «non ha il compito di moralizzare la società o categorie della società». Intende sottrarsi all'agone politico («L'Anm non ha nemici, l'Anm non è di parte») e promette dialogo «senza pregiudizi nei confronti di nessuno, senza collateralismi», ma «non ci faremo trascinare in dannose strumentalizzazioni». Infine Minisci si rivolge ai media chiedendo di fermare gli show giudiziari, di «circoscrivere» insieme «quello che va comunicato e di quello che, di conseguenza, può e deve essere pubblicato». Nel suo discorso il neo presidente dell'Anm non tralascia un tema tornato d'attualità in questi giorni, dopo la delibera del Csm sul rientro in ruolo come consigliere di Cassazione dell'ex parlamentare Pd Donatella Ferranti, sollecitando il legislatore a intervenire sul rientro nei 'ranghì dei magistrati: «sarebbe opportuno introdurre norme precise e soprattutto predeterminate», in modo da chiarire «cosa si potrà fare e cosa non si potrà fare». A&I ha chiesto all'Anm di sollecitare la revoca in autotutela della delibera su Ferranti, invece il parlamentino delle toghe ha approvato a maggioranza (con l'astensione di Mi e il voto contrario di A&I) un documento in cui chiede, nuovamente, al parlamento di porre un freno alle carriere.
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Il Messaggero