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Nuove regole focalizzate soprattutto sul contrasto agli assembramenti e concertate tra tre regioni: Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emila Romagna. Da domani scattano le ordinanze per disciplinare molti aspetti della vita quotidiana.
Veneto
«Abbiamo l'ordinanza. Non è un atto d'imperio ma è anche un pò un fallimento». Lo ha annunciato il presidente del Veneto Luca Zaia. «È un segno dei tempi - ha aggiunto Zaia - perché in un mondo dove si rispettano regole non servirebbe a nulla. Si cerca di intercettare gli irriducibili. È un fallimento sociale perché il buonsenso non è per tutti». Il Veneto diventa così "zona gialla plus", neologismo del governatore Zaia che sta ad indicare una regione che non è arancione ma potrebbe diventarlo presto. La gamma dei colori sta utilizzando anche le sfumature, dunque.
Non è sfumato il dato sui contagi che impone questa restrizione in Veneto. La curva dei contagi in Veneto riprende a crescere, con 3.564 nuovi casi in 24 ore, che portano a sfondare il "tetto" di 90 mila casi, a 90.901, comunica Zaia. Si registrano 38 nuovi decessi, con il totale a 2.727. Negli ospedali ci sono 1.876 ricoverati in area non critica (+103 rispetto a ieri) e 221 nelle terapie intensive (+5) «Finché non arriva l'apice della curva - ha commentato Zaia - dobbiamo essere pronti a tutto. Andiamo verso 1.900 ricoverati in area non critica, nella prima fase siamo arrivati a 2.200, sarebbe verosimilmente un grande affare arrivare al giro di boa con 2.000-2.200 ricoverati».
Friuli
Il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha iniziato la conferenza stampa in diretta spiegando come la nuova ordinanza sia mirata ed evitare aggregazioni troppo numerose e abbassare l'indice di contagio. «L'ordinanza non punta a dare multe, ma di dare delle regole condivise per limitare al massimo la circolazione del virus e tutelare le fasce a rischio".
L'ordinanza entra in vigore dalla giornata di sabato 14 novembre. Ha restrizioni molto simili a quelle del Veneto.
— Le mascherine vanno portate sempre, anche all’aperto, salvo che da parte di bambini al di sotto dei 6 anni, di chi compie attività sportiva intensa, disabili, assistenti e persone che non possono portarle per motivi medici. In caso di abbassamento per assumere cibo o fumare, dovrà essere assicurata la distanza di un metro. L’uso è obbligatorio nei mezzi di trasporto pubblici, e in quelli privati se non ci sono conviventi.
— Non è permesso passeggiare nelle strade e nelle piazze dei centri storici, delle città e nelle aree affollate.
— Nei giorni prefestivi sono chiuse le grandi e medie strutture di vendita, sia a esercizio unico che con più negozi, compresi gli outlet. Restano aperti solo gli alimentari, farmacie e parafarmacie, tabaccherie ed edicole.
— Nei giorni festivi è vietato ogni tipo di vendita, anche dei piccoli negozi e dei negozi di vicinato, ad eccezione delle medesime categorie (alimentari, farmacie e parafarmacie, tabaccherie ed edicole).
— Nei negozi può entrare una persona per nucleo familiare, salvo per accompagnare soggetti con difficoltà o minori di 14 anni. Nei centri commerciali e nei supermercati va favorito l’accesso degli anziani oltre i 65 anni nelle prime due ore di apertura (ma non è un obbligo).
— Il mercato all’aperto è vietato se non nei Comuni in cui i sindaci abbiano approntato un piano che preveda la perimetrazione dell’area all’aperto, un unico varco di accesso e uno di uscita, ci sia una sorveglianza che verifichi le distanze, l’assembramento e il controllo dell’accesso.
Emilia Romagna
Anche qui, come in Friuli, l'ordinanza entra in vigore sabato 14 novembre. Prevede limitazioni sostanzialmemnte identiche alle altre due regioni.
— Le mascherine vanno portate sempre, anche all’aperto, salvo che da parte di bambini al di sotto dei 6 anni, di chi compie attività sportiva intensa, disabili, assistenti e persone che non possono portarle per motivi medici. In caso di abbassamento per assumere cibo o fumare, dovrà essere assicurata la distanza di un metro. L’uso è obbligatorio nei mezzi di trasporto pubblici, e in quelli privati se non ci sono conviventi.
— Non è permesso passeggiare nelle strade e nelle piazze dei centri storici, delle città e nelle aree affollate. L’attività sportiva (corsa, bicicletta: in ogni caso, deve essere effettuata singolarmente) e motoria (la passeggiata, da svolgersi con mascherina) dovrà avvenire preferibilmente nelle aree verdi e periferiche.
— Nei giorni prefestivi sono chiuse le grandi e medie strutture di vendita, sia a esercizio unico che con più negozi, compresi gli outlet. Restano aperti solo gli alimentari, farmacie e parafarmacie, tabaccherie ed edicole.
— Nei giorni festivi è vietato ogni tipo di vendita, anche dei piccoli negozi e dei negozi di vicinato, ad eccezione delle medesime categorie (alimentari, farmacie e parafarmacie, tabaccherie ed edicole).
— Nei negozi può entrare una persona per nucleo familiare, salvo per accompagnare soggetti con difficoltà o minori di 14 anni. Nei centri commerciali e nei supermercati va favorito l’accesso degli anziani oltre i 65 anni nelle prime due ore di apertura (ma non è un obbligo).
— Il mercato all’aperto è vietato se non nei Comuni in cui i sindaci abbiano approntato un piano che preveda la perimetrazione dell’area all’aperto, un unico varco di accesso e uno di uscita, ci sia una sorveglianza che verifichi le distanze, l’assembramento e il controllo dell’accesso.
— La consumazione di alimenti e bevande è sempre vietata in area pubblica o aperta al pubblico
— I bar e i ristoranti restano aperti fino alle 18, ma dalle 15 si può consumare solo seduti, dentro o fuori dai locali, e in posti «regolarmente collocati».
— Nelle scuole primarie e secondarie di secondo grado vengono sospese le lezioni di ginnastica, di canto e con strumenti a fiato, considerate a rischio elevato.
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Il Messaggero