Umbria, la crociata dei preti anti-Lega: Salvini arruola il Family Day

dal nostro inviato PERUGIA E' in minuscolo, un 48 rovesciato. La Chiesa tifa fortemente per la sinistra nelle elezioni in Umbria del 27 ottobre. Il candidato di Pd e M5S alla...

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PERUGIA E' in minuscolo, un 48 rovesciato. La Chiesa tifa fortemente per la sinistra nelle elezioni in Umbria del 27 ottobre. Il candidato di Pd e M5S alla prima prova di alleanza, Vincenzo Bianconi, è albergatore dall'aria mistica, e non fa che parlare di San Francesco nei suoi giri elettorali. E anche Zingaretti (lui come tutti o quasi i ministri grillini e dem sono entrati in partita, per non dire di Di Maio sempre presente ma si sono mossi tardi rispetto a Salvini che s'atteggia ormai a genius loci) dal palco di Perugia ha tuonato: «Questa è la terra della pace e di San Francesco e non sarà mai la terra dell'odio e della Lega». Di sicuro è terra di Chiesa, regione tradizionalmente comunista ma anche molto cattolica, e fin dall'inizio il cardinal Bassetti, arcivescovo di Perugia e numero uno della Cei, è stato magna pars della contesa elettorale. Lui come i frati francescani di Assisi. E loro come tutto il resto del mondo cattolico. Fermare Salvini l'anti-cristiano che brandisce il rosario ma attacca gli immigrati, confermare l'Umbria terra di accoglienza e di solidarietà: questo l'imperativo morale che si sono date le gerarchie celesti. E anche molti dei preti di campagna. Capita di sentire conversazioni così, nei ristoranti o nei bar della regione: «Il mio parroco mi dice che Salvini è un demonio. Sarà pure così, ma altri 70 di quelli che governano da 70 io non li voglio proprio...».


Zingaretti ai 5Stelle: «Facciamo alleanza contro Salvini. La sindaca Raggi non deve dimettersi»
 

PADRE PIO
Il cattolico Conte, con santino di Padre Pio in tasca, è in arrivo in Umbria, con la benedizione curiale che per lui è naturale, e chissà se le promesse che porterà - se ne porterà - invertiranno la tendenza che, dopo i 70 Pci-Pds-Ds-Pd, gli scandali nella sanità e il logoramento di un sistema di potere già scricchiolante da tempo, dice così: dovrebbe vincere il centrodestra trainato da Salvini ma la partita s'è riaperta dopo che Zingaretti e Di Maio hanno deciso di correre insieme e di trovare in Bianconi l'uomo giusto. Quello che dice «non sono né di destra né di sinistra» e sperano di farcela così. Gli altri, per rivendicare la propria cristianità, giovedì prossimo terranno il Family Day a Perugia, con il teo-con Gandolfini e in presenza della trinità: Salvini-Meloni-Berlusconi. Si tratta di convincere nella regione dei santi - San Francesco, Santa Rita, Santa Chiara, San Benedetto - che se la Chiesa tifa per gli altri anche il centrodestra è credibile, al netto dell'uso strumentale che della religione fa Salvini, su questo versante. Un Family Day per convincere - se davvero ce n'è bisogno - il gregge dei fedeli a non finire nelle braccia grillo-dem. E prima il mondo cattolico ha cercato di fermare la ruspa di Salvini indicando candidato governatore al Pd (che ha accettato) Andrea Fora, cattolicissimo con timbro Cei. Poi lui è stato bruciato sull'altra dell'accordo con i grillini, ed ecco l'opzione Francesca Di Maolo, presidente del Serafico, istituto di Assisi che fa del bene ai bambini malati.

La sponsorizza il cardinal Bassetti, il vescovo di Assisi la spinge a non candidarsi per proseguire il suo impegno sociale al Serafico. Cerca di farla desistere il vescovo Boccardo di Spoleto (lei è di lì), considerato parte della sponda della Chiesa umbra non allineata all'anti-salvinismo. La Di Maolo decide dunque di mollare la presa, ed ecco Bianconi: civico meno odoroso d'inceso ma consapevolissimo che la Chiesa tifa per la nuova alleanza post-Dc in salsa Zingaretti (una spruzzata di rosso resiste), Di Maio, Conte, Franceschini. Tra pochi giorni la contromossa Family Day, e Gasparri, a cui Berlusconi ha affidato la pratica Umbria osserva: «Qui c'è il paradosso della Chiesa che porta acqua al mulino dello schieramento che vuole l'eutanasia e le adozioni gay. Di santi, da queste parti, ce ne sono tanti. Dall'alto dei cieli, guardano sia noi che non contiamo niente sia le attuali gerarchie ecclesiastiche». E se è vero - come dice uno sfottò, e non un errore ortografico - che «la storia si riprete», stavolta non si «riprete» come nel 48.
Mario Ajello
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Il Messaggero