Meloni incontra i superstiti di Cutro: «Conoscete i rischi delle traversate?»

Rassicurazioni sui ricongiungimenti e sulla ricerca delle salme

La premier Meloni ha incontrato diversi parenti dei migranti morti a Cutro e alcuni superstiti. Mentre il bilancio delle vittime è salito a 86, mentre si cercano...

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La premier Meloni ha incontrato diversi parenti dei migranti morti a Cutro e alcuni superstiti. Mentre il bilancio delle vittime è salito a 86, mentre si cercano ancora salme in fondo alle acque calabresi, una quarantina di persone sono state ricevute oggi a Palazzo Chigi per parlare con la presidente del Consiglio. La costernazione è ancora tutta lì. Famigliari e superstiti si sono rivolti a Giorgia Meloni facendo «appello al suo cuore di madre». Lei ha promesso che continuerà a cercare le salme, anche quelle che sono rimaste imprigionate nel barcone. E che aiuterà i sopravvissuti a raggiungere i parenti, anche fuori dall'Italia.

Li accompagnerà per questo ultimo tratto di viaggio prima di riabbracciare i loro famigliari e poi ha rivolto loro una domanda. Ha chiesto se sono consapevoli dei rischi legati alle traversate nel mar Mediterraneo. Un altro modo per dire che le partenze sono irte di pericoli e che le persone cui si affidano i migranti non mettono al primo posto la loro sicurezza. Ha ribadito che la linea del governo, infatti, è impostata sulla «lotta contro i trafficanti di esseri umani, al fine di evitare altre tragedie come quelle avvenute di recente».

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Molti di quelli che oggi hanno varcato palazzo Chigi sono mediorentali che scappano da situazioni inostenibili per cui la traversata in mare è l'ultima opportunità, un'ancora verso un mondo comunque meno rischioso. I famigliari che ce l'hanno fatta, i salvati che piangono i sommersi, e che sono riusciti a raggiungere, in qualche modo, quel mondo rispondono alla premier che sono stati abbandonati in un paese dove non si può vivere, dal quale è naturale desiderare fuggire. A parlare sono gli afghani, cittadini di un Paese  dal quale pur di fuggire in quei torridi giorni di agosto 2021 in cui la Nato smobilitava molte persone si aggrapparono a un aereo in decollo

Il clima dell'incontro viene descritto disteso, a tratti emozionato e commosso. Oltre alla premier ci sono il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il Sottosegretario Alfredo Mantovano. È una tragedia che travalica i confini domestici, questo il messaggio ribadito ancora una volta. Si citano le «crisi che hanno colpito Pakistan, Palestina e Siria». Sotto gli occhi i numeri triplicati degli sbarchi nei soli primi mesi invernali del 2023 che promettono di moltiplicarsi ancora nei mesi estivi.  

Meloni ha promesso «massimo impegno per soddisfare le richieste di accoglienza e di ricongiungimento in altri Paesi europei, in particolare in Germania». Non a caso viene sottolineato da Chigi «l'impegno diplomatico dell’Italia in sede Ue». Perché Meloni non può prendere impegni al posto di altri Paesi che dovranno valutare le domande di accoglienza dei superstiti di Cutro (ha promesso, questo sì, che veicolerà la loro richiesta ai leader europei che incontrerà la settimana prossima a Bruxelles) e poi perché il tema dei confini per lei è un tema squisitamente europeo Chi viaggiava sulla Summer Love, in alcuni casi, voleva raggiungere parenti che non erano in Italia. Ma è all'Italia, e oggi a Meloni, che i superstiti chiedono di essere capiti, e quindi di potersi rincongiungere con i parenti.

A Palazzo Chigi familiari delle vittime e sopravvissuti di Cutro


 

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Il Messaggero