Matteo Salvini vuole andare al voto subito, al massimo entro fine ottobre, per avere il governo a novembre in tempo per presentare una manovra che, dice, è già...
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Salvini: «Vedrò gli alleati in settimana, la manovra è pronta». A Catania scatta la contestazione
Domani, nel pomeriggio, dopo la conferenza dei capigruppo del Senato, si capiranno i tempi: 19-20 agosto rimangono le date più probabili per la convocazione dell'Aula anche se non si possono escludere accelerazioni: stilare il calendario non sarà facile perché regolamenti e prassi non sempre coincidono e non si registrerà l'unanimità dei gruppi. La Lega chiederà di discutere già il 13 la mozione di sfiducia a Giuseppe Conte. Il Pd sosterrà che si debba iniziare dalla mozione di sfiducia a Matteo Salvini, depositata prima di quella leghista e già in agenda a metà settembre. Il Movimento 5 Stelle, e, con ogni probabilità il rappresentante del governo (il ministro 5S Riccardo Fraccaro), dovrebbero invece chiedere che si parta dalle comunicazioni che Conte ha chiesto di fare alle Camere. A questo rebus si aggiunge una ulteriore variabile: la richiesta che sarà avanzata martedì alla capigruppo alla Camera votare con urgenza il taglio dei parlamentari. Se questa richiesta dovesse avere la meglio le urne si allontanerebbero.
«Domattina sarò a Roma con tutti i parlamentari del MoVimento 5 Stelle. Se ce ne sarà bisogno staremo lì anche a Ferragosto. Dobbiamo tagliare i 345 parlamentari. Siamo ad un passo. Bastano due ore! L'unica apertura che ci interessa è questa, la chiediamo a tutte le forze politiche», scrive su Facebook il vicepremier Luigi Di Maio.
Potrebbe spettare quindi a un governo sostenuto da una nuova maggioranza senza la Lega, oppure a un governo «istituzionale» come quello invocato da Renzi, preparare nei tempi canonici la manovra, fermando almeno gli aumenti dell'Iva, e attuare la riforma che dimezza gli eletti, per poi andare al voto nella primavera 2020.
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Il Messaggero