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Lontani dalle logiche di palazzo e al tempo stesso vicini alle questioni civiche e sociali. Troppo spesso bollati come apatici o disinteressati alla cosa pubblica, eppure in prima linea quando si tratta di scendere in piazza o far girare una petizione. Per alcuni degli appartenenti alla Generazione Z - che raggruppa i nati tra il 1997 e la prima decade degli anni 2000, quella di settembre sarà la prima volta alle urne. Un primo appuntamento inatteso che ora si carica, per giunta, di una responsabilità in più: scegliere i membri da eleggere anche al Senato. Se per molti esiste, oltre all’incognita dell’astensione, il rischio che non siano pronti, di certo per comprenderne gli umori e i dubbi che li animano servirà frequentare le loro piazze digitali, dove si recano non solo per svago, ma anche alla ricerca di notizie.
Perché l’informazione della “Gen Z” è a misura di social. E passa soprattutto per instagram, integrando – e talvolta superando – le fonti tradizionali.
A partire da Will Ita, Torcha e Factanza, le più note start-up che producono approfondimenti su tematiche di attualità politica ed economica, con infografiche accattivanti e un linguaggio diretto e ricco di dati. E che ora si preparano anche ad affrontare la campagna elettorale: «Se vogliamo risposte nuove e nuovi temi dobbiamo far sentire quali sono», ha detto in video Alessandro Tommassi, Ceo di Will, incitando la Generazione Z e Millenials a partecipare al dibattito pubblico e preannunciando faccia a faccia con leader politici per comprenderne le priorità, senza però cadere nelle diatribe interne ai partiti.
In altri progetti poi, trovano spazio anche le opinioni personali. È il caso di Spaghetti Politics, il blog della ventiduenne Michela Grasso che raccoglie su instagram 237 mila follower. E di Apriteilcervello (714 mila follower), la pagina – a cura di un giovane ragazzo pugliese – che nella bio del profilo si professa antifascista, antirazzista e Lgbt+ supporter.
Il minimo comun denominatore per tutti resta il ricorso a meme, gif e all’umorismo tagliente.
Gli infuencer
Se invece qualcosa di inedito si prospetta, questo sarà di certo il rilievo assunto dagli influencer. Non solo di quelli che già scendono in campo a favore e più spesso contro un partito, come le cantanti Giorgia ed Elodie in polemica con la leader FdI, Giorgia Meloni. Ma anche gli influencer nati sui social e che attraverso l’informazione quotidiana hanno costruito la propria notorietà. Come lo streamer Ivan Grieco che su Twitch intervista big della politica, da Conte a Calenda, e li incalza con le domande della sua community. Ma non è tutto oro quello che luccica, soprattutto sui social. Dove sull’altare della velocità e dell’intrattenimento si rischia di sacrificare argomenti complessi. E dove è facile incappare in scontri a colpi di tweet e commenti quando si tenta di uscire dalla propria “bolla”. O peggio, rimanere vittima di fake news.
Elezioni, da Chiara Ferragni a Elodie: chi sono gli influencer che possono spostare voti
Nella campagna balneare d’estate, per tempi e circostanze i social avranno un peso sempre maggiore. Ma non è detto che il presidio digitale garantisca ai leader il seguito sperato tra le nuove generazioni. «Bisogna capire prima - spiega Sorice - se i giovani andranno a votare. Può darsi che vengano raggiunti maggiormente dai social ma non è detto che poi si rechino alle urne». Alla disaffezione e all’incomprensione nei confronti dei partiti, secondo lo studioso, si lega un sistema elettorale che non contribuirebbe a far sentire i cittadini responsabili del voto: «I giovani sanno benissimo che il loro potenziale elettorale è più scarso e non è detto che una risposta efficace per i social, lo sia anche socialmente, nella vita reale delle persone». Insomma, mentre continuiamo a chiederci chi e se voteranno, la scommessa è se almeno un partito riuscirà a coinvolgerli. Non solo sullo schermo di uno smartphone.
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Il Messaggero