Anche le madri potrebbero dare il proprio cognome ai figli. Come già succede in molti paesi come gli Stati Uniti. È quanto prevede il disegno di legge Disposizioni...
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«Si tratta - prosegue la senatrice - di una proposta reiterata in diverse forme dal '79 ma che non ha mai trovato un approdo concreto. Ho quindi deciso di raccogliere questa esigenza, che a qualcuno può sembrare velleitaria ma che in realtà ripara un'ingiustizia». Maiorino ricorda che su questo tema nel 2016 è intervenuta anche la Consulta, dichiarando incostituzionale la norma «che prevede l'automatica attribuzione del cognome paterno al figlio legittimo». Del resto, viene spiegato nel disegno di legge, «l'assegnazione automatica» del cognome paterno ai figli «viola l'articolo 2 della Costituzione in quanto comprime il diritto del singolo individuo all'identità personale» e si pone «in contrasto» anche con gli articoli 3 e 29 della Costituzione, «poiché si lede il diritto di uguaglianza e pari dignità dei genitori nei confronti dei figli e tra i coniugi medesimi». Inoltre «la Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (adottata a New York il 18 dicembre 1979 e ratificata dall'Italia con legge 14 marzo 1985 n. 132)» impegna «gli Stati aderenti a prendere tutte le misure adeguate per eliminare la discriminazione nei confronti della donna in tutte le questioni derivanti dal matrimonio e nei rapporti familiari e, in particolare, ad assicurare, in condizioni di parità di genere, gli stessi diritti personali al marito e alla moglie», compresa la scelta del cognome.
Gli 8 articoli della norma targata M5S mirano dunque «a risolvere tale vulnus normativo, di fronte al quale l'Ufficiale dello Stato civile dovrà accogliere la richiesta dei genitori che, di comune accordo, intendano attribuire il doppio cognome, al momento della nascita (con riferimento anche ai figli nati fuori dal matrimonio) o al momento dell'adozione».
Il Messaggero