Sì al cognome delle madri per i figli: arriva il decreto targato M5S

Sì al cognome delle madri per i figli: arriva il decreto targato M5S
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Domenica 3 Febbraio 2019, 13:58 - Ultimo aggiornamento: 14:00
Anche le madri potrebbero dare il proprio cognome ai figli. Come già succede in molti paesi come gli Stati Uniti. È quanto prevede il disegno di legge Disposizioni in materia di attribuzione del cognome ai figli, presentato il 28 gennaio al Senato da Alessandra Maiorino del Movimento 5 Stelle. La proposta, firmata anche dal collega Emanuele Dessì, «nasce dall'esigenza, da un lato, di garantire pari dignità alle donne nell'ambito del rapporto coniugale e familiare, dall'altro, di allineare il nostro ordinamento a quello di altri Paesi europei», si legge nella relazione illustrativa del ddl. Secondo i firmatari della proposta «assegnare al figlio il cognome paterno costituisce un retaggio culturale ormai non più in linea con le mutevoli trasformazioni subite negli anni dall'attuale tessuto sociale». «L'obiettivo - spiega Maiorino all'Adnkronos - è cancellare questo automatismo normativo. Il disegno di legge prevede infatti che sia la coppia a scegliere, di comune accordo, quale dei due cognomi tramandare».

«Si tratta - prosegue la senatrice - di una proposta reiterata in diverse forme dal '79 ma che non ha mai trovato un approdo concreto. Ho quindi deciso di raccogliere questa esigenza, che a qualcuno può sembrare velleitaria ma che in realtà ripara un'ingiustizia». Maiorino ricorda che su questo tema nel 2016 è intervenuta anche la Consulta, dichiarando incostituzionale la norma «che prevede l'automatica attribuzione del cognome paterno al figlio legittimo». Del resto, viene spiegato nel disegno di legge, «l'assegnazione automatica» del cognome paterno ai figli «viola l'articolo 2 della Costituzione in quanto comprime il diritto del singolo individuo all'identità personale» e si pone «in contrasto» anche con gli articoli 3 e 29 della Costituzione, «poiché si lede il diritto di uguaglianza e pari dignità dei genitori nei confronti dei figli e tra i coniugi medesimi». Inoltre «la Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (adottata a New York il 18 dicembre 1979 e ratificata dall'Italia con legge 14 marzo 1985 n. 132)» impegna «gli Stati aderenti a prendere tutte le misure adeguate per eliminare la discriminazione nei confronti della donna in tutte le questioni derivanti dal matrimonio e nei rapporti familiari e, in particolare, ad assicurare, in condizioni di parità di genere, gli stessi diritti personali al marito e alla moglie», compresa la scelta del cognome.

Gli 8 articoli della norma targata M5S mirano dunque «a risolvere tale vulnus normativo, di fronte al quale l'Ufficiale dello Stato civile dovrà accogliere la richiesta dei genitori che, di comune accordo, intendano attribuire il doppio cognome, al momento della nascita (con riferimento anche ai figli nati fuori dal matrimonio) o al momento dell'adozione».
In caso di mancato accordo saranno attribuiti al figlio «i cognomi di entrambi i genitori in ordine alfabetico». E al compimento del diciottesimo anno di età - spiega Maiorino - «il figlio potrà eventualmente scegliere quale tenere». «Se la mia è una proposta femminista? Ho imparato a non amare questa definizione: ha il sapore di qualcosa di fazioso, di battaglie portate avanti con una certa veemenza, che non mi appartengono. No, a me sembra semplicemente una cosa di buonsenso», risponde Maiorino. Alla domanda se la Lega appoggerà il suo disegno di legge, la senatrice M5S ammette: «Non ho avuto ancora modo di confrontarmi nel merito con i colleghi della Lega, ma so che anche loro portano avanti battaglie a sostegno delle donne e della maternità. E la mia proposta può rappresentare un passo avanti per le madri». 
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