ROMA «Preparate i tre euro, così la fila scorre più veloce». Piazzale Aldo Moro, mezzanotte passata, davanti al cancello un servizio d’ordine...
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L’INGRESSO
Ingresso su piazzale Aldo Moro: nessuno scavalcamento, gli organizzatori sono muniti delle chiavi dei cancelli. Un tavolo con alcuni bicchieri, con dentro le monete per il resto da dare al pubblico (pagante). Scontrini fiscali non pervenuti. Vietato introdurre bottiglie di vetro: si consuma solo quanto viene offerto (a pagamento, si intende) dietro ad un bancone improvvisato vicino al rettorato. Una fila per ottenere il tagliando con il quale ritirare da bere. Birra, soprattutto. Anche se nella fontana della Minerva, ogni tanto, si vede galleggiare qualche bottiglia di vino. Spinello libero, le occasioni per il sesso non mancano: in particolar modo nella zona più buia, quella intorno alla Facoltà di Lettere. Qualche ragazzo crolla sul prato, effetti collaterali dell’alcol venduto a prezzi popolari. «Non ne sappiamo nulla», glissava l’ufficio stampa della Sapienza, commentando inizialmente il party. In un secondo momento, lo stesso affermava «che l'iniziativa non era autorizzata, era abusiva ed è stata prontamente denunciata agli organismi competenti e in particolare al Commissariato di Polizia da parte delle autorità accademiche preposte alla sicurezza».
«L’università è un luogo di cultura, dove gli studenti devono essere formati secondo principi di legalità – dice Antonino Carbonello, presidente di Sapienza in Movimento e rappresentante degli studenti a Giurisprudenza – C’è un regolamento molto preciso in materia, che vieta eventi di questo tipo: chi lo ha autorizzato? E, se non era autorizzato, perché non è stato interrotto?». Nel day after, le foto scorrono sui social, i ringraziamenti degli organizzatori pure. «Ci si vede al TeppaFest2019», promette già la teppaglia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero