R6, il Tar annulla lo stop alla Girasole, i Ppe di Latina restano un caso

R6, il Tar annulla lo stop alla Girasole, i Ppe di Latina restano un caso
Annullato il diniego al permesso a costruire emanato dal Comune di Latina nei confronti della richiesta presentata dalla Girasole per un immobile residenziale in via Don Luigi...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Annullato il diniego al permesso a costruire emanato dal Comune di Latina nei confronti della richiesta presentata dalla Girasole per un immobile residenziale in via Don Luigi Sturzo, vicenda che si lega a filo doppio con i Ppe annullati, in particolare quello dell'R6.


IL RICORSO
Il Tar di Latina, con sentenza del 12 maggio, ha accolto il ricorso della Girasole, annullando il diniego del Comune. La vicenda era nata nel novembre 2018, quando la Girasole aveva presentato richiesta di permesso a costruire per un fabbricato residenziale, progetto che prevedeva anche la cessione di due aree per la realizzazione di zone a verde per la dotazione di standard; permesso poi negato un anno dopo, nel novembre 2019 con un diniego definitivo. Provvedimenti impugnati dalla ricorrente, al pari dello stesso Ppe del quartiere R6, risalente al 1979, nelle parti che il Comune aveva citato come ostative al permesso a costruire. In particolare, si citava il fatto che l'area individuata per la costruzione fosse destinata a verde pubblico, da espropriare a questo scopo; previsione che sarebbe decaduta nel 1989, in quanto non attuata nei dieci anni, al pari del mancato esproprio, vincolato per cinque anni, riportandola alla destinazione di Prg, ovvero a ridimensionamento edilizio e viario. La ricorrente ricordava anche «l'assenza di atti di indirizzo» come pure «la scadenza del Ppe del 1979 e l'annullamento della successiva revisione, nel febbraio 2016», obiettando, tra l'altro, «una violazione e omessa applicazione del Prg vigente e una errata applicazione del Ppe scaduto». I giudici hanno accolto il ricorso stabilendo, tra l'altro, che «il diniego si fondava sul richiamo all'esigenza di non pregiudicare la futura pianificazione, in un'area però non interessata da un vincolo conformativo, ma da un vincolo espropriativo posto non da un Prg ma da un Ppe ormai decaduto». Il Comune «dovrà quindi rivalutare le istanze della ricorrente, considerando la scadenza del vincolo e la necessità di regolamentare la discipina edilizia secondo la previsione di Prg».


LA CONSULENZA


Tutto fa capo quindi ancora una volta ai Ppe annullati, per rivedere i quali il Comune ha ora ufficialmente affidato la consulenza a uno studio legale specializzato: si tratta dello studio Gattamelata, che avrà l'incarico di individuare i percorsi procedimentali legittimi nella ripianificazione territoriale e soprattutto di svolgere la valutazione giuridico amministrativa della sorte dei permessi rilasciati sulla base dei piani annullati. Una consulenza che dovrà individuare - ad esempio - come procedere con via Ombrone nel Ppe R3 per consentire il completamento della costruzione fino all'abitabilità: «Urbanisticamente, per il nuovo Ppe, quel lotto sarà edificabile, ma il nuovo piano non sarà una sanatoria, non escludendo il rischio che si debba addirittura prima demolire e poi ricostruire con un nuovo permesso a costruire - spiega l'assessore al Governo del territorio, Francesco Castaldo - la consulenza era l'ultimo passaggio, prima di portare in Consiglio le delibere, di indirizzo e di pianificazione. R3 e R6 sono già pronte e per quelle di indirizzo, pensiamo di arrivare in aula entro giugno».

© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero