Lotta all'abusivismo, 26 anni per recuperare un immobile

Lotta all'abusivismo, 26 anni per recuperare un immobile
Quasi 26 anni per giungere all'acquisizione al patrimonio comunale di beni immobili abusivi. È una vicenda che emerge dall'ultima ordinanza di acquisizione,...

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Quasi 26 anni per giungere all'acquisizione al patrimonio comunale di beni immobili abusivi. È una vicenda che emerge dall'ultima ordinanza di acquisizione, pubblicata ieri sull'albo pretorio on line del Comune di Latina. Accade in via Giovanni Chiurato, una strada perpendicolare della Pontina, all'altezza dell'ospedale Icot.


È qui, su un terreno di più di 10mila metri quadri che, ormai decenni fa, è sorto un manufatto, ritenuto abusivo dall'amministrazione di piazza del Popolo, di circa 150 metri quadri. La storia è lunga, da un lato a causa di opposizioni del titolare del terreno, dall'altro a causa anche delle lungaggini burocratiche. È addirittura il 1996, quando la Polizia Municipale redige un'informativa per il presunto abuso edilizio, inviandolo in Comune: la prima ordinanza di demolizione delle opere abusive risale a tre anni dopo, al 23 dicembre del 1999. In mezzo c'è stata anche la vicenda giudiziaria, con la sentenza emessa dal Tribunale di Latina emessa nel 1999 e divenuta irrevocabile il 23 maggio del 2000: la Procura emette quindi il provvedimento di esecuzione dell'ordinanza di demolizione.

Nello stesso anno, il 22 novembre 2000, viene redatto il verbale di inottemperanza all'ordinanza di demolizione. Un verbale che però risulta, il 2 gennaio del 2001, non notificato all'interessato, in quanto sconosciuto o trasferito all'indirizzo indicato e quindi depositato alla Casa comunale.


Passano gli anni, e il 12 dicembre del 2019 la Procura della Repubblica trasmette al Comune la nota relativa alla sentenza del 1999; così, il 10 marzo del 2020, il Comune emette una prima acquisizione gratuita di diritto al patrimonio del Comune delle opere abusive, con contestuale ordinanza di sgombero dei luoghi. L'acquisizione, su quell'atto, è relativa a tutto il terreno, ovvero ai 10.860 metri quadri, e dei manufatti abusivi su di esso realizzati. Ora si arriva alla nuova acquisizione con ordinanza sgombero dei luoghi, che però diminuisce l'entità del terreno da acquisire, perché, in base alle norme, «la superficie massima acquisibile non può essere superiore a dieci volte l'area di sedime: visto che la superficie delle opere abusive è pari a 150,66 metri quadri, si dichiara l'acquisizione di 1.543,25 metri quadri di terreno e dei manufatti abusivi su di esso realizzati». Il settore antiabusivismo del Comune sta portando avanti negli ultimi anni una politica di verifica di opere abusive, di ordinanze di demolizione e di acquisizione delle opere al patrimonio in caso di inottemperanza, anche grazie a strumenti informatici: non solo infatti con le foto satellitari di Google, ma anche grazie allo storico fornito da questo software che ora ricostruisce anche l'evoluzione negli anni delle modifiche sul terreno.

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Il Messaggero