Riparte a Fiumicino la bonifica della banchina dove ormeggia la flotta dei pescherecci

Riparte a Fiumicino, dopo lo stop imposto dal coronavirus, la bonifica della banchina dalle attrezzature di pesca dismesse e abbandonate da un decennio. Una motrice-ragno...

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Riparte a Fiumicino, dopo lo stop imposto dal coronavirus, la bonifica della banchina dalle attrezzature di pesca dismesse e abbandonate da un decennio. Una motrice-ragno all’opera stamani per rimuovere il cumulo di materiale stipato dai pescatori ai piedi del molo nord della Fossa Traianea. Al termine dell’operazione il mezzo della ditta Mare Ecologic Service ha caricato oltre 30 metri cubi di reti, funi, cavi d’acciaio e parabordi usurati che finiranno in discarica.


 


A ridosso del cassone, dove i lupi di mare conservano la plastica raccolta in mare, sono rimasti pochi metri cubi di reti e funi che verranno prelevati domani. «Una volta ultimato l’intervento – dice Gennaro Del Prete, presidente della cooperativa Pesca romana – il mezzo si sposterà lungo la banchina dove caricherà tutto quel materiale abbandonato da anni che costituisce un pericolo. Tale radicale bonifica, a carico della nostra coop, è stata possibile anche grazie alla disponibilità della Capitaneria di porto e dell’Autorità di sistema portuale». Una volta pulita la banchina, nel tratto dove ormeggia la locale flotta, spetterà agli operatori ecologici dell’Ati mantenere pulito l’attracco. Sarebbe una bella cosa però installare dei cestini getta cartacce visto che in circa 500 metri di banchina non c’è neppure un recipiente in cui gettare rifiuti. «Con la ditta Mare Ecologic – aggiunge Del Prete - intendiamo stipulare una convezione che preveda il ritiro di tutto quel materiale che il settore pesca scarta per scongiurare di vederlo di nuovo abbandonato sulla banchina».

RIPRENDE LA “PESCA” DELLA PLASTICA

Riprende lunedì la cattura della plastica sui fondali nel tratto di mare antistante la costa del Lazio. I 25 pescherecci porteranno infatti a terra tutto quel materiale che finisce nelle reti durante le operazioni di strascico. «Prima dell’emergenza Covid – conclude Del Prete – avevamo raccolto oltre 10 tonnellate di materiale plastico che inquina il nostro mare e ha provocato di recente la morte di diverse tartarughe. Dalla Regione, che gestisce il progetto, è arrivato il parere positivo per riprendere l’iniziativa». Quando aprono a bordo il sacco della rete, oltre al pesce, gli addetti trovano tanti oggetti di plastica che smistano all’interno di sacchi il cui contenuto finisce dentro uno scarrabile posizionato ai piedi della banchina. «Dopo il blocco legato all'emergenza sanitaria, torna in funzione anche l'attività di recupero della plastica in mare da parte dei pescherecci di Fiumicino - dichiara Massimiliano Valeriani, assessore al Ciclo dei Rifiuti della Regione Lazio -. Un prezioso servizio quello dei pescatori che ci consente il risanamento ambientale. Sono state infatti raccolte molte tonnellate di plastica, contribuendo a migliorare la salute del patrimonio marino del nostro litorale». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero