Auto, Giorgetti: «Voto UE su standard CO2 sul filo rasoio, si difendano interessi nazionali»

Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico
FIRENZE - «Il voto è sul filo del rasoio, auspico che i parlamentari europei italiani difendano gli interessi nazionali e gli interessi dell’economia,...

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FIRENZE - «Il voto è sul filo del rasoio, auspico che i parlamentari europei italiani difendano gli interessi nazionali e gli interessi dell’economia, dell’industria e dei lavoratori italiani». Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, a margine dell’assemblea pubblica di Anfia, l’Associazione nazionale industria automobilistica, a Firenze, facendo riferimento al voto del Parlamento europeo del prossimo 7 giugno sulla legge sulla Co2 delle automobili e sull’aumento degli standard per le case automobilistiche nel 2020 e 2030. Rispondendo a chi chiedeva cosa si aspettasse dal voto degli europarlamentari del Movimento 5 Stelle, Giorgetti ha detto che «ovviamente ognuno ha i suoi punti di vista, io penso che le argomentazioni che sono state portate avanti, anche negli ultimi tempi, non soltanto dall’industria, consigliano un atteggiamento più prudente rispetto al passato. Come ho detto, le cose cambiano e bisogna anche avere il coraggio di cambiare le posizioni».

Durante il suo intervento in assemblea, il ministro aveva anche «rivendicato» la mancata sottoscrizione del Cop26 da parte dell’Italia: «È noto che il Governo italiano ha tenuto un atteggiamento un pò diverso rispetto ad altri Paesi: in particolare rivendico la mancata sottoscrizione del Cop26 da parte dell’Italia. Sembrava scontato sottoscrivere quello che era il quadro dell’inesorabile destino del motore elettrico, solo ed esclusivamente quella soluzione tecnologica», ha detto, ricordando di essersi «opposto a sottoscrivere l’accordo e poi si sono aggiunti anche i tedeschi. Ma in questi giorni si decide rispetto a quelle che saranno le regole e su questo l’Italia continua ad avere una posizione molto chiara: difendere la neutralità tecnologica. Accanto all’auto elettrica ci potranno e dovranno essere altre forme che vanno dall’idrogeno ai biocombustili».

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Il Messaggero