Ucraina, lo chef italiano Roberto Armaroli a Odessa: «Finché non piovono le bombe non abbandono i miei ristoranti»

Lo chef di Bologna: colpire questo Paese non sarà per niente facile, ma l'escalation non ci sta aiutando

Ucraina, lo chef italiano Roberto Armaroli: «Finché non piovono le bombe non abbandono i miei ristoranti»
Arrivato nel 2008 in Crimea, si è ritrovato a sei anni di distanza con i cecchini sui tetti delle case e con i carriarmati che passavano per le strade della città....

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Arrivato nel 2008 in Crimea, si è ritrovato a sei anni di distanza con i cecchini sui tetti delle case e con i carriarmati che passavano per le strade della città. Roberto Armaroli è uno chef e anche un manager, che ha scelto di stabilirsi a Odessa dove gestisce tre ristoranti e un'azienda di consulenza. «Se andrò via dall'Ucraina? - dice - Ma no, siamo abituati a queste situazioni».

 


Ieri la Farnesina ha consigliato agli italiani di lasciare il Paese, non pensa di poter correre dei rischi a rimanere lì?
«Qui non abbiamo la sensazione di stress, così come sta circolando in Europa. E poi non è una novità. Il Donbass è in guerra da 7 anni, sappiamo bene quali sono i pericoli».

 

 

 


L'intelligence americana è sicura che Putin attaccherà l'Ucraina intorno al 16 febbraio o al massimo il 21.
«La verità è che già la minaccia di un attacco sta creando forti danni al Paese, perché i contratti sono congelati, i turisti stanno cominciando a non venire più. È tutto in stand by. Detto questo, bisogna considerare che le truppe russe sono a 340 chilometri di distanza dal confine. L'Ucraina è due volte e mezzo l'Italia. In più gli ucraini sono avvelenati con i russi. Non è così facile attaccare questo Paese».

 


Dopo la raccomandazione del ministero degli Esteri italiano pensa che partiranno in tanti?
«Credo di sì, perché ci sono molti italiani che sono qui da poco, e sono spaventati per quello che potrebbe accadere. La pressione è forte, e l'aria che si respira è molto tesa. L'Occidente in questa maniera non sta dando un vero aiuto all'Ucraina. Sta creando un'allerta che, al momento, è immotivata».

 

 

 


Però buona parte degli Stati europei, l'America e la stessa Russia, stanno riducendo il personale nelle ambasciate. Un segnale abbastanza chiaro.
«Io mi muoverò solo quando cominceranno a sparare. Mi metterò in macchina e raggiungerò la Moldavia che sta a 60 chilometri da qui. Ma, lo ripeto, ho la sensazioni che non ci saranno attacchi. La Russia ha molti altri modi per mettere sotto pressione l'Ucraina».

 


Quali sono?
«Solo negli ultimi giorni è stato necessario evacuare 50 scuole di Kiev, perché era arrivata una minaccia terroristica. E altrettanto è successo all'aeroporto. Queste strategie per alimentare la tensione portano la firma di Mosca. Più che invadere l'Ucraina, la terrà sotto pressione con sistemi che conosce molto bene. Sarà una guerra di nervi».

 

 

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Il Messaggero