OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Vendetta o accordo. Il presidente russo Vladimir Putin sta cercando di guadagnare tempo mentre cerca di capire come comportarsi con Yevgeny Prigozhin. Per il direttore della Cia William Burns l’ammutinamento del capo del gruppo Wagner, avvenuto un mese fa, ha messo in luce significative debolezze nel sistema di potere costruito dal leader russo. Crepe inaccettabili nella gestione del potere del presidente. Per questo secondo Burns, che ha esposto le sue riflessioni all’Aspen Security Forum, lo Zar potrebbe ancora attuare rappresaglie contro Prigozhin. «Putin è una persona che generalmente pensa che la vendetta sia un piatto da servire freddo. Nella mia esperienza, Putin è l’apostolo per eccellenza della vendetta, quindi sarei sorpreso se Prigozhin sfuggisse a ulteriori ritorsioni. Se fossi Prigozhin, non licenzierei il mio assaggiatore di cibo», ha commentato ironico il capo della Cia.
Le trattative
Burn ha confermato che Prigozhin si è spostato, di recente è stato nella capitale bielorussa Minsk e in Russia, e che la Cia aveva effettivamente una conoscenza avanzata dell’ammutinamento. «Quello a cui stiamo assistendo è un balletto molto complicata», aggiunge. È probabile che Putin stia cercando di guadagnare tempo mentre elabora il modo migliore per trattare con il leader del gruppo Wagner, sottolinea, in quanto il gruppo mercenario è ancora utile per la leadership della Russia in Africa, Libia e Siria.
L’intelligence
L’evoluzione dei rapporti tra Putin e Prigozhin è seguita in modo pressante anche dai servizi segreti inglesi. «Putin ha stretto un accordo con Prigozhin per salvarsi la pelle», è la tesi sostenuta dal direttore dell’MI6, Richard Moore, che rappresenta la prima conferma da parte di un’intelligence occidentale del patto stretto tra il presidente russo e il capo della Wagner per mettere fine all’ammutinamento del 24 giugno. In un discorso a Praga, il capo dei servizi segreti esterni britannici ha dapprima tracciato un’analisi del comportamento di Putin quel giorno: «Prigozhin ha iniziato, penso, come traditore a colazione, all’ora di cena è stato graziato e qualche giorno dopo - il 29 giugno c’è stato l’incontro al Cremlino - è stato invitato a prendere il tè. Quindi, ci sono cose che persino il capo dell’MI6 trova un po’ difficili da interpretare, in termini di chi è dentro e chi è fuori». Secondo Moore, di fatto il presidente russo «non si è opposto a Prigozhin: ha sancito un accordo per salvarsi la pelle, usando i buoni uffici del leader della Bielorussia», Alexander Lukashenko. Ma, ha concluso, «non riesco a leggere nella testa di Putin: deve essersi reso conto, ne sono certo, che c’è qualcosa di profondamente marcio in Danimarca - per citare Amleto - e ha dovuto fare questo accordo».
Il video
Tre giorni fa Yevgheni Prigozhin è ricomparso in un video, il servizio stampa del gruppo di mercenari ha postato su due suoi canali Telegram un video nel quale si vede il profilo di un uomo somigliante al capo della Wagner che dice ai suoi uomini: «Benvenuti in territorio bielorusso. Noi abbiamo combattuto con dignità. Abbiamo fatto davvero molto per la Russia». E poi, dopo aver reso omaggio ai «bielorussi ci hanno accolto come fratelli», via con nuove critiche per la gestione della guerra in Ucraina, che è «una vergogna». «Quello che sta accadendo al fronte - denuncia rivolto ai suoi «ragazzi», riuniti nei campi di addestramento nel Paese di Aleksander Lukashenko secondo l’accordo raggiunto all’indomani della fallita rivolta - è una vergogna alla quale non dobbiamo partecipare. «Abbiamo combattuto con onore. Aspettiamo il momento in cui potremo provarlo in pieno», annuncia Prigozhin.
Leggi l'articolo completo suIl Messaggero