OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Odessa è la città chiave per Putin. Quella che poteva sembrare solo una teoria iniziare (creare un corridoio tra il Donbass e il Mar Nero), è diventato obiettivo primario per le forza armate russe. Bombardamenti pesantissimi sono in corso nelle ultime ore con l'obiettivo di colpire i punti nevralgici e indebolire la resistenza ucraina. Gli analisti spiegano così perché nella regione di Kiev gli ucraini hanno riconquistato molte posizioni. I russi in realtà hanno cambiato strategia, ripiegando verso la Bielorussia e concentrando i loro attacchi a Mariupol e, appunto, Odessa. Putin ha dato precisi input ai generali che stanno mettendo nel mirino la città: costringerla alla resa per poi sedersi al tavolo della pace con la forza delle parallele conquiste territoriali in Donbass e imporre condizioni durissime a Zelensky. Se è vero che i piani di guerra hanno un orizzonte solo di un altro mese, lo zar potrebbe accontentarsi di conquiste parziali che colpirebbero a morte, però, l'integrità territoriale ucraina.
Odessa sotto attacco: bombardati depositi di carburante
L'attacco alla raffineria, Kiev ammette le perdite
Le forze russe hanno distrutto la più grande raffineria dell'Ucraina a Kremenchuk durante un attacco missilistico di venerdì scorso, 1 aprile. Stamani un raid russo ha centrato un deposito di carburante anche a Odessa, secondo quanto riportato dai media. Il ministero della Difesa russo ha poi confermato di aver «distrutto una raffineria di petrolio e tre impianti di stoccaggio di carburante nelle vicinanze della città di Odessa». L'attacco russo di questa mattina a Odessa ha colpito una «infrastruttura di importanza critica», ha ammessoSerhii Bratchuk, portavoce dell'amministrazione militare della regione, in un intervento alla televisione ucraina.
Ucraina, raid aerei su Odessa: colpiti depositi carburante - Video
La paura dei cittadini
«Non abbiamo sentito il boato, ma il cielo sopra la città era grigio e un'enorme nube nera era ben visibile anche da qui».
Città è uno snodo
Chi resta, per convinzione o per necessità, è ben consapevole che la città è un punto centrale e che può essere attaccata in ogni momento». «Rispettano regole, controlli e coprifuoco. Chi ha deciso di rimanere sa a cosa va incontro, è consapevole di cosa significhi restare in una città che fa parte di una zona di guerra». Al confine tra Moldavia e Ucraina, a Palanka, gli attivisti di Mediterranea hanno visto lunghe file di auto. «Tante donne sole o con figli, gente pronta a ritornare a Odessa per diversi motivi: c'è chi non vuole lasciare da soli i propri cari, chi ha deciso di aiutare il Paese, chi non ha trovato un alloggio in Moldavia, chi pensa che Odessa non sia Mariupol e che la condizione qui non sia così orribile. Almeno per il momento. I rischi sono conosciuti e accettati dal popolo ucraino, che vuole dare il proprio contributo alla gloria di questo Paese».
Ucraina: missili, droni kamikaze Switchblade e Puma, tank sovietici: ecco tutte le armi di Kiev
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero