Ucraina, soldati uccisi: come le madri hanno recuperati i loro corpi: «Combattevano per il Paese. Ora sono con noi»

Lyudmila e Natalia hanno sfidato l'esercito russo per amore

Lyudmila e Natalia hanno sfidato l'esercito russo per amore
Lyudmila e Natalia, residenti a Vinnycja, hanno entrambe perso i loro figli in guerra: i corpi dei due ragazzi sono stati riportati a casa in un modo scioccante.  ...

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Lyudmila e Natalia, residenti a Vinnycja, hanno entrambe perso i loro figli in guerra: i corpi dei due ragazzi sono stati riportati a casa in un modo scioccante. 


Nelle primissime settimane dell'occupazione di Kherson, Lyudmila è riuscita a entrare nel territorio controllato dai russi e a riportare a casa il corpo del figlio morto Maxim. Natalya ha trovato il corpo di suo figlio Roman proprio sul campo di battaglia solo dopo la liberazione del territorio della regione di Kharkiv.

Il racconto di Lyudmila

«La guerra mi ha portato via mio figlio, e non solo a me - porta via bambini, uomini, genitori, porta via tutti», spiega Lyudmila. Maxim, il figlio della donna, era un soldato professionista che ha prestato servizio a Lviv e non ha detto a sua madre che era stato trasferito nel sud del Paese perchè non voleva che si preoccupasse.
Lyudmila è stata informata della sua morte dalla ragazza di suo figlio: «Mi hanno detto che Maxim è stato ucciso. E basta, non ricordo nient'altro. So solo che ho urlato molto. La sua fidanzata mi ha inviato una foto di carrarmato bruciato, corpi bruciati...». 

Poi Lyudmila ha sentito menzionare per la prima volta del villaggio di Tomarino sulla riva destra del Dnepr, non lontano da Berislav. Insieme al marito si è recata sul posto e insieme hanno preso una coperta da casa per avvolgere il corpo di Maxim e l'hanno messo nel bagagliaio

«Il primo checkpoint ucraino è stato a Kryvyi Rih. Un ragazzino, solo un bambino, è venuto a controllarci. Ha chiesto di aprire il bagagliaio. E io ho chiesto se potevamo non aprirlo». 

La donna racconta che al checkpoint hanno consegnato i documenti, aperto il bagagliaio e dopo aver fornito la targa dell'auto hanno detto: «Buon viaggio!»

La storia di Natalya

«Una mia amica mi ha detto che ero ossessionata dall'idea di portare via mio figlio Roman. Ma nostro figlio era degno di essere trovato e sepolto», racconta Natalya Karpova. 
Le ricerche iniziali del figlio non hanno portato a nulla finchè la madre ha saputo in seguito che Roman era morto vicino al villaggio di Dolgenkoe, vicino a Izyum

Sei mesi dopo, i cani da ricerca hanno trovato in uno spazio selvaggio dei corpi: «Tre giacevano lì proprio come nel video dei russi che mi avevano inviato in precedenza. Li avevano semplicemente gettati in un burrone», spiega Natalia che poi riprende: «Hanno preso questi corpi, li hanno portati fuori, li hanno messi in sacchi, li hanno identificati.Sapevo al 100% che quello era il mio bambino».

La madre di Roman racconta di aver provato un certo sollievo per aver visto suo figlio».


Roman è poi stato seppellito pochi giorni dopo il ritrovamento. Sono passati sei mesi dalla sua morte.

 

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Il Messaggero