Disertore russo denuncia: «Ho visto violentare una donna ucraina insieme alla figlia»

Nikita Chibrin è scappato dalla guerra e ora cerca asilo politico in Spagna

Disertore russo denuncia i delitti dell'esercito di Putin in Ucraina: «Ho visto violentare una mamma con la figlia»
Disertore russo denuncia i crimini di guerra in Ucraina. Un ex soldato russo, fuggito dalla guerra, ha denunciato gli atroci delitti di cui l'esercito di Vladimir...

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Disertore russo denuncia i crimini di guerra in Ucraina. Un ex soldato russo, fuggito dalla guerra, ha denunciato gli atroci delitti di cui l'esercito di Vladimir Putin si è reso responsabile in quasi nove mesi di guerra. Nikita Chibrin, 27 anni, ha raccontato di un episodio atroce in cui ha visto quattro soldati russi violentare una donna e la figlia nella città di Andriivka. L'ex membro del corpo militare russo adesso si trova in Spagna dove ha fatto richiesta di asilo politico.  

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La denuncia dei crimini di guerra in Ucraina dei soldati russi

Chibrin ha raccontato a "The Guardian" di aver prestato servizio sotto il famigerato comandante Azatbek Omurbekov le cui truppe furono già accusate nei mesi scorsi di massacri e stupri di donne nella città di Bucha (regione di Kiev). Proprio li ad aprile, dopo che le forze russe si erano ritirate non essendo riuscite a impadronirsi della capitale ucraina e a rovesciare il governo, erano state rinvenute fosse comuni con centinaia di cadaveri ammassati. Episodio che è valso a Omurbekov il soprannome di "Macellaio di Bucha".

«Erano andati totalmente fuori di testa, sembra avessero la "sindrome di Rambo"», ha dichiarato Chibrin circa la sua permanenza sotto il comando di Omurbekov «urlavano costantemente: abbiamo il potere, abbiamo i carri armati, abbiamo le armi, vinceremo»

Poi il racconto dello stupro di una mamma e una figlia nella loro casa: «I soldati non ragionavano più. Molti cercavano soprattutto alcol nelle case che saccheggiavano». Continua: «c'è stato un caso ad Andriivka in cui una madre e una figlia sono state violentate nella loro abitazione. Erano in quattro». Chibrin ha poi aggiunto che quella violenza sessuale non aveva avuto l'approvazione dei superiori, e che i quattro sono stati picchiati dai loro comandanti. Uno di loro sarebbe poi fuggito per paura di essere fucilato. 

Il 27enne si dice "ansioso" di testimoniare davanti a tribunale internazionale contro i crimini di guerra russi: «Non ho niente da nascondere, questa è una guerra criminale e io voglio fare tutto il perché giunga alla fine».

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Il Messaggero