Coronavirus, l'Oms: «Prepariamoci alla seconda ondata in autunno, casi in Europa aumentano»

Coronavirus, scatta l'allarme su una seconda, possibile ondata in autunno. L'Oms fa il punto sul Covid-19. «Tutti non vediamo l'ora di avere un break estivo. La...

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Coronavirus, scatta l'allarme su una seconda, possibile ondata in autunno. L'Oms fa il punto sul Covid-19. «Tutti non vediamo l'ora di avere un break estivo. La decisione di quando e dove viaggiare deve essere presa a livello individuale, sulla base di dove si vive e di dove si vuole andare. Bisogna in questo seguire i consigli delle autorità sanitarie e fare scelte sagge, soprattutto considerando chi deve viaggiare, se ci sono soggetti vulnerabili o anziani». Lo ha detto Catherine Smallwood, responsabile emergenze dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in Europa, in conferenza stampa. «Esistono informazioni attendibili su dove il virus è più presente - ha proseguito l'esperta - sui siti delle autorità sanitarie nazionali e su quello dell'Oms. Ci sono ancora rischi associati al coronavirus in molte aree della regione europea e bisogna considerare questi rischi, badando a chi viaggia, da dove si parte e dove si va. Bisogna in ogni caso evitare le situazioni in cui non è possibile mantenere il distanziamento fisico. La scelta insomma deve essere individuale, saggia e basata sui consigli delle istituzioni sanitarie».


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«Ancora oggi abbiamo picchi di contagi nella prima ondata in molti paesi. Siamo ancora nella prima ondata, ma dobbiamo prepararci per l'autunno, quando Covid-19 incontrerà influenza stagionale e polmoniti. Il virus circola ancora attivamente, e non abbiamo farmaci e vaccini specifici efficaci». Lo ha detto il direttore regionale per l'Europa dell'Organizzazione mondiale della sanità Hans Kluge. «Questo deve essere fatto coinvolgendo la comunità - ha spiegato - e se ci sono problemi con l'aderenza alle misure di prevenzione bisogna capire cosa impedisce questa aderenza e dove questo avviene, intervenendo in quei gruppi di popolazione».

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«La scorsa settimana, l'Europa ha visto un aumento dei casi settimanali di Covid-19 per la prima volta da mesi. Per settimane ho parlato di questo rischio e in diversi paesi in Europa, questo rischio è diventato realtà: 30 paesi hanno visto un aumento di nuovi casi cumulativi nelle ultime due settimane», spiega ancora Kluge. «In 11 di questi paesi - ha aggiunto - la trasmissione accelerata ha portato a una ripresa molto significativa che, se non controllata, spingerebbe di nuovo i sistemi sanitari sull'orlo della crisi. Paesi come Polonia, Germania, Spagna e Israele hanno reagito rapidamente ai pericolosi focolai di Covid-19 associati a scuole, miniere di carbone e ambienti di produzione alimentare verificatisi nelle ultime settimane. Mi congratulo con le autorità. E mi congratulo con le popolazioni che seguono le misure di distanziamento e indossano le mascherine». «Oltre 2,5 milioni di casi sono stati segnalati in totale nella regione europea - ha proseguito Kluge - ma se c'è una percentuale decrescente di casi globali rispetto all'inizio dell'anno, continuiamo ad avere quasi 20.000 nuovi casi e oltre 700 nuovi decessi ogni giorno. A livello globale, con oltre 9 milioni di casi confermati e oltre 400.000 morti segnalati all' Oms, la pandemia continua ad accelerare, con un numero record di nuovi casi di coronavirus segnalati domenica, 183.020 confermati in 24 ore».

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Il Messaggero