Erano settimane che Kevin Reese Jr, 10 anni, tornava da scuola piangendo per i continui attacchi da parte di un gruppo di bulli. Fino al mese scorso quando sua sorella, 13 anni,...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La madre, Crystal Smith, di Houston, Texas, devastata dal dolore attribuisce la responsabilità ai bambini di scuola che «gli hanno reso la vita un inferno». «Lo hanno messo all’angolo - aggiunge - e quando gli hanno scritto sul suo tablet di uccidersi, lo hanno ucciso davvero». I genitori di Kevin erano fuori casa quando ha deciso di mettere fine alla sua giovane vita. Crystal era in viaggio d’affari e il suo patrigno stava tornando a casa dal lavoro. Dopo aver trovato il corpo, la sorellina ha chiamato la mamma urlando «non riusciva a smettere di gridare, una scena che non dimenticherà mai». La scuola di Kevin, la Robinson Elementary School, ha negato che ci siano atti di bullismo nel loro istituto. Ma Crystal ha affermato che poco prima della morte di Kevin ha ricevuto un messaggio vocale da un operatore scolastico che le diceva che suo figlio aveva accusato un altro ragazzino di averlo picchiato ma che il ragazzo l’aveva negato. La scuola dice che il funzionario che ha inviato a Crystal quel messaggio è stato riassegnato a un altro distretto. Alla disperata ricerca di risposte sul perché Kevin si sia tolto la vita, ora sta sollecitando altri genitori a non pensare che le scuole affrontino il problema del bullismo «i ragazzi vanno messi in guardia, bisogna dire di raccontare queste cose e di non tenerle dentro. Io non so da quanto tempo mio figlio subiva questo tipo di attacchi». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero