Tre milioni e mezzo di donne vittime di stalker, l'80 per cento non denuncia

Ancora poche le denunce per stalking
L'assassino era uno stalker, era stato anche in carcere per questo reato. Domenico Massari, 48 anni anni, ha sparato sette colpi di pistola all'ex moglie Deborah Ballesio,...

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L'assassino era uno stalker, era stato anche in carcere per questo reato. Domenico Massari, 48 anni anni, ha sparato sette colpi di pistola all'ex moglie Deborah Ballesio, 40 anni, durante una serata di karaoke, a Savona. L'uomo aveva patteggiato tre anni e due mesi per stalking nei confronti dell'ex moglie, era uscito dopo due anni in carcere, aveva trasgredito due volte il divieto di avvicinarsi e, nell'agosto del 2015, dopo la condanna per atti persecutori, aveva dato fuoco al locale gestito dalla donna. Lei confidava alle amiche: «Prima o poi mi ucciderà». Da quando era uscito dal carcere, lui non aveva avuto più contatti con l'ex. 

I DATI
L'ultimo femminicidio apre una serie di domande. Che difesa c'è per le donne che denunciano i loro ex per stalking? Tre milioni e mezzo di donne sono state vittime di stalker nel corso della loro vita. Quasi sempre è l'ex. Si calcola (dati Istat) che il 21,5% delle donne fra i 16 e i 70 anni (pari a 2 milioni 151 mila) abbia subito comportamenti persecutori da parte di un ex partner.  Il 78% delle vittime non si è rivolta ad alcuna istituzione e non ha cercato aiuto presso servizi specializzati; solo il 15% si è rivolta alle forze dell'ordine, il 4,5% ad un avvocato, mentre l'1,5% ha cercato aiuto presso un servizio o un centro antiviolenza o anti stalking. Tra queste solo il 48,3% delle donne che si sono rivolte a istituzioni o servizi specializzati ha poi denunciato, il 9,2% ha fatto un esposto, il 5,3% ha chiesto l'ammonimento e il 3,3% si è costituita parte civile, a fronte di un 40,4% che non ha fatto nulla. 
LE REAZIONI
«Se gli stalker, i violenti, i potenziali assassini non vengono tenuti in carcere, come possiamo chiedere alle donne di denunciarli, di fidarsi dello Stato?», si chiede il vicepresidente della Camera, Mara Carfagna, commentando il femminicidio di Savona. «Le nuove norme previste dal Codice Rosso debbono diventare legge al più presto, ma soprattutto va finalmente riconosciuta la gravità dei reati contro le donne e la estrema pericolosità di individui come Massari, le nostre leggi vanno applicate con assoluto rigore».  Per il ministro della pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, «questa violenza sarà sconfitta solo quando sarà eliminata la discriminazione. Ancora una volta, l'ennesima, un uomo considera una donna di sua proprietà: una discriminazione, antica di secoli, alla base del femminicidio».

I provvedimenti per contrastare la violenza contro le donne 
«non sono ancora affatto sufficienti», sostiene Stefano Pedica del pd. Parla di vera e propria emergenza, Anna Maria Bernini, presidente dei senatori Fi. Mi chiedo, a questo punto, se le norme del Codice Rosso che il Parlamento sta per approvare siano sufficienti: bisogna dare la certezza alle donne di poter denunciare gli stalker senza subire rappresaglie o vendette».
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Il Messaggero