Giada De Blanck perseguitata da uno stalker: «Mi disse: "Ti farò mia". Sotto casa trovai una lapide»

Giada De Blanck perseguitata da uno stalker: «Mi disse: "Ti farò mia". Sotto casa trovai una lapide»
Uno stalker che l'ha perseguitata per un anno, dal 2011 al 2012, dopo averla notata in tv all'Isola dei Famosi. Un incubo da cui ancora oggi è difficile uscire....

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Uno stalker che l'ha perseguitata per un anno, dal 2011 al 2012, dopo averla notata in tv all'Isola dei Famosi. Un incubo da cui ancora oggi è difficile uscire. Giada De Blanck, figlia della contessa Patrizia De Blanck, racconta a Storie Italiane la sua storia. E lancia un appello per aiutare tante donne che si trovano ad affrontare lo stesso dramma: «Denunciate». Nel 2016 il suo molestatore, un trentenne sloveno, è stato condannato a otto mesi di reclusione (pena sospesa)  per averla perseguitata per mesi. Ma la paura, per la De Blanck, è sempre in agguato.


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Nel salotto di Eleonora Daniele racconta com'è nato tutto: «Un giorno mi sono trovata una rosa su un motorino, all'inizio ho pensato a una cosa romantica, dopo un po' di tempo davanti alla porta di casa ne ho trovata un'altra e ho creduto ad un ammiratore segreto. Dopo 10 giorni sempre davanti casa ho trovato dei pezzi di marmo bianchi, disposti in maniera composta. Non me ne ero accorta:  formavano una lapide».

 

Ma l'incubo non era finito. «Un giorno ho trovato un walkie talkie con scritto: "Verrò ogni ora sotto la tua finestra dal soffitto bianco. Io abito all'ultimo piano, vuol dire che lui aveva guardato dentro la mia camera, che mi spiava.  Dopo tante denunce, a Pasqua, sono arrivati i carabinieri a casa. In quel momento lui mi chiama e loro mi dicono: "Fallo parlare". Mi dice, sono Christian voglio tenerti qua per un po' di tempo, con il tempo capirai perché. Perché questo è il loro gioco, il gioco di chi ti perseguita, farti sentire una cosa loro». Oggi Giada ha superato quell'incubo ma è vicina a tutte le donne che hanno visuto o vivono situazioni come le sue: «Non sottovalutate minimi segnali, se avete paura, se qualcosa vi spaventa, denunciate».

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Il Messaggero