La discriminazione più grande. «I femminicidi sono la prova, concreta, che la vita di una donna vale meno di quella di un uomo». Le parole di Luisa Betti Dakli...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Femminicidi, con il Codice Rosso più arresti, ma le violenze sulle donne crescono ancora
«Ci vorrebbe un impegno molto più grande, costante. Delle istituzioni ma anche fuori. Una campagna costante contro il femminicidio e per una cultura di parità che si faccia ogni giorno, con continuità. Voglio usare un paradosso: una campagna come quella a sostegno del vaccino antinfluenzale. La continuità, l'efficacia del messaggio hanno fatto sì che il messaggio sia passato». Comincia con una provocazione anche la riflessione di Cecilia Cristofori, sociologa, docente della facoltà di Scienze Politiche all'università di Perugia. «Quello che voglio dire è che altro dovrebbero essere i luoghi in cui si agisce a tutela delle vittime di violenza e per la parità di genere: dovrebbero diffondersi a macchia d'olio, uscire dai luoghi istituzionali, dalle scuole e diventare il centro del dibattito. E poi dopo le parole, i fatti: a partire dall'assunzione delle donne nei ruoli di responsabilità, nelle carriere più importanti».
Strage di donne, cinque uccise in soli due giorni: una ogni 10 ore.
Non si fa abbastanza o, forse, non si fanno le cose giuste per fermare questo sangue che si sparge, per fermare le mani degli uomini che uccidono le donne per il solo fatto di essere donne. Altro che maschicidi - un termine coniato dal quotidiano Libero per indicare gli uomini uccisi - in numero più alto rispetto ai femminicidi.
Violenza donne, il pg di Roma: «Nel 2019 casi in aumento, più 11%, e 4 femminicidi»
«Il fatto che ci siano più uomini uccisi in rapine e fatti di criminalità sta solo a indicare sono più aggressivi. Al contrario, le donne che uccidono gli uomini all'interno delle relazioni affettive sono intorno al 2 per cento - sottolinea Silvia Garambois, presidente dell'associazione Giulia, acronimo per indicare un gruppo di giornaliste "libere e autonome - La mia esperienza mi dice che questi percorsi storici, per il riconoscimento della presenza, dignità e parità delle donne non sono lineari, ma fanno anche passi indietro. Il mio osservatorio è quello dei giornali. Bisogna fare sempre attenzione. Perchè oltre a "Mind the gap", ultimamente non ci sono novità. E, anzi, nella scrittura di genere ci sono passi indietro».
Femminicidi, indennizzo di 60mila per gli orfani: dalla battaglia dell'Unavi il decreto che rivede le tabelle
Bisogna continuare a formare. E non solo i giornalisti ma anche le fonti primarie. «Un comunicato pieno di stereotipi e luoghi comuni, scritto da un rappresentante delle forze dell'ordine che non era evidentemente preparato, circa un femminicidio successo di recente, è stato copiato da molte testate senza cambiarlo. Il risultato è stato devastante. Il racconto della violenza che passa dai giornali deve venire fatto in maniera tale da contribuire alla crescita economica».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero