Nasce negli Usa il primo registro per fare uscire dal cono d'ombra le scienziate donne

Nasce negli Usa il primo registro per fare uscire dal cono d'ombra le scienziate donne
L'unione potrebbe fare la forza per fare uscire dal cono d'ombra le  donne che lavorano nel campo della ricerca in tutte le università del mondo. Un...

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L'unione potrebbe fare la forza per fare uscire dal cono d'ombra le  donne che lavorano nel campo della ricerca in tutte le università del mondo. Un obiettivo ambizioso e di civiltà. Per questo è nato il primo registro mondiale per le scienziate, promosso dall'organizzazione 500 Women Scientists. Finora le iscritte sono 7.500, provengono da 133 Paesi e rappresentano 174 discipline. Al momento la maggior parte di loro lavorano negli Stati Uniti e si occupano di biologia. Le italiane sono appena 37, ma potrebbero crescere. Il progetto va avanti da un anno ed è stato pubblicato sulla rivista Plos Biology dal gruppo dell'università del Colorado coordinato da Elizabeth McCullagh.


Nata nel gennaio 2018, la banca dati si chiama «Richiedi uno scienziato donna» ed è stata promossa per stabilire un filo diretto tra le ricercatrici con il mondo dei media e con la società in generale. «L'obiettivo è aumentare la presenza delle donne di scienza nei media e più in generale nella 'sfera scientifica», ha spiegato all'Ansa McCullagh.

«Si tratta - ha aggiunto - di rendere le ricercatrici più raggiungibili da chi ha bisogno del parere di un esperto». La banca dati è pubblica e contiene gli indirizzi e-mail delle ricercatrici e la loro area di specializzazione. Si spera in questo modo di riuscire a sconfiggere lo stereotipo che ancora oggi fa associare all'immagine di uno scienziato quella di un uomo bianco. Delle 37 italiane presenti nella banca dati, la maggior parte lavora in Lombardia, Lazio, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna.


Sono attive in settori molto diversi, come cosmologia e neurochirurgia, fisica teorica e fotonica applicata alla tutela dei beni culturali, fino a pesca sostenibile e geoetica. Dal sondaggio utilizzato per fare il bilancio del primo anno di attività della banca dati è emerso che, delle 1.278 ricercatrici intervistate, 150 (11%) hanno detto di essere state contattate grazie alla banca dati per commentare notizie di scienza o per partecipare a eventi di divulgazione scientifica. Per gli autori della ricerca questa è probabilmente una sottostima poiché risulta che fin dalla sua nascita la banca dati è stata consultata oltre 100.000 volte. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero