Strage Mali, imprenditore salvo per miracolo «Ero al Radisson, riunione appena finita»

Strage Mali, imprenditore salvo per miracolo «Ero al Radisson, riunione appena finita»
SAN BENEDETTO - «Dobbiamo accendere un cero, tutti e tre». Giovanni Cimini è l'imprenditore sambenedettese dell'azienda energetica Western&Co sfiorato...

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SAN BENEDETTO - «Dobbiamo accendere un cero, tutti e tre». Giovanni Cimini è l'imprenditore sambenedettese dell'azienda energetica Western&Co sfiorato dall'attentato terroristico all'Hotel Radisson di Bamako, in Mali, con 170 ostaggi e 27 morti. Aveva lasciato l'albergo poche ore prima dell'assalto jhadista, mentre due suoi soci africani, Leon Aharrh Gnama, del Togo ma a lungo residente nelle Marche, e Maiga Abdouramane, maliano, entrambi anche con passaporto italiano, si sono trovati nel pieno della sparatoria: Gnama è rimasto contuso ad una gamba ed è rimasto per ore nascosto sotto i corpi di una quindicina di vittime, l'altro stava parcheggiando, ha sentito gli spari ed è scappato in auto. Cimini, 58 anni, ceo della Western&Co e della controllata Western&Co Mali, è rientrato in Italia in aereo ieri, ma fino alle 22:30 di giovedì era al Radisson. «Avevamo il nostro meeting aziendale, poi abbiamo partecipato al Forum delle energie rinnovabili - racconta all'ANSA -, dove ho incontrato il ministro dell'Energia e dell'Acqua maliano e l'ho invitato a venire da noi a gennaio. Sembrava tutto tranquillo, anche se una cosa mi ha colpito: la prima pagina di un quotidiano in cui il capo tuareg del Mali incitava alla guerra santa dopo gli attacchi francesi in Siria». «Comunque, non mi ero mai sentito in pericolo, e ho sempre viaggiato senza scorta. Non sono mai andato al nord o nel deserto è vero, perchè Maiga mi diceva: 'è pericoloso, lì sono dei matti...'». Della strage in hotel l'industriale ha avuto notizia «quando sono atterrato a Roma. Ho telefonato ai miei soci ma non mi hanno risposto, poi mi hanno rassicurato, stiamo bene. Solo nel pomeriggio hanno spiegato che Leon si era fatto male, e che era in ospedale».


Cimini continuerà a operare in Africa, e nei paesi in via di sviluppo:
«Che dobbiamo fare? Andiamo avanti: l'Africa merita un futuro migliore, meno condizionato delle multinazionali. Ci sono giovani preparatissimi, persone che arrivano in Italia come rifugiati e raccolgono pomodori ma hanno due lauree. Nel nostro piccolo, cerchiamo di dare loro una prospettiva». La Western&Co (30 dipendenti, 12 milioni di fatturato) produce sistemi di energia solare e illuminazione. «In Mali partecipiamo a un progetto di sviluppo per l'elettrificazione di 36 mila abitazioni. Ma siamo presenti anche in Togo, Angola, Ghana, Egitto, Marocco». Quasi tutte aree a rischio terrorismo. Ma la carta geografica dell'imprenditore non è questa: «La guerra ormai è diffusa, è una guerra punto punto, con focolai in ogni parte del globo. Bombardare la Siria non ha molto senso». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero