Eterologa, tra un mese le prime coppie al Salesi di Ancona

Maurizio Cignitti
ANCONA - Fecondazione eterologa, l'ospedale Salesi di Ancona pronto ad accogliere, tra un mese, le prime prenotazioni. L'annuncio arriva da Maurizio Cignitti, responsabile...

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ANCONA - Fecondazione eterologa, l'ospedale Salesi di Ancona pronto ad accogliere, tra un mese, le prime prenotazioni. L'annuncio arriva da Maurizio Cignitti, responsabile del Centro di Medicina della Riproduzione dell'azienda Ospedali Riuniti che ha già avviato da quindici anni la fecondazione omologa. Subito al lavoro dopo la delibera approvata dalla giunta regionale lunedì scorso, che ha così recepito con un documento ufficiale le linee guida varate la settimana scorsa dalla Conferenza delle Regioni e dalla commissione Salute, in reparto il personale ha iniziato ad attivarsi.




«Sono compiaciuto per la rapidità dei tempi della Regione – commenta Cignitti – con la fecondazione eterologa completiamo un percorso. Attendiamo di avere la delibera sulle nostre scrivanie. In reparto, dove opera anche la biologa Annarita Polidori, responsabile del laboratorio, stanno già arrivando diverse telefonate di persone interessate a fare la fecondazione eterologa. Chiedono soprattutto quando si partirà. Tra chi si informa ci sono anche donne che però hanno superato i 43 anni di età e quindi non rientrano nel limite stabilito dalle linee guida come intervento di sanità pubblica. Proprio sull'età a mio avviso per l'eterologa si poteva estendere di più. Questo limite non vede proprio d'accordo. Lo vedo indicato per l'omologa ma per l'eterologa è troppo limitata ».



Una previsione dei primi interventi appare per ora impossibile. «E' molto difficile dire quando saremo in grado di trattare la prima coppia – continua Cignitti – non prevediamo date perché prima bisognerà vedere quello che succederà con i donatori. Non mi preoccupa la donazione del liquido seminale maschile, perché è una procedura più semplice, ma mi preoccupa la donazione di ovociti da parte delle donne che rientrano nell'età stabilità dalle linee guida e cioè tra i 18 e i 35 anni. La paziente dovrà infatti essere sottoposta ad una cura ormonale e comunque entrare in sala operatoria per l'estrazione. Una procedura che durerà circa venti giorni. I vari passaggi che potrebbero creare uno stress e scoraggiare eventuali donatrici ma ci auguriamo che siano ostacoli superabili».



In caso contrario il Salesi dispone di ovociti congelati, una quantità non alta, che potrebbero essere utilizzati per le donne sterili. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero