«Sono compiaciuto per la rapidità dei tempi della Regione – commenta Cignitti – con la fecondazione eterologa completiamo un percorso. Attendiamo di avere la delibera sulle nostre scrivanie. In reparto, dove opera anche la biologa Annarita Polidori, responsabile del laboratorio, stanno già arrivando diverse telefonate di persone interessate a fare la fecondazione eterologa. Chiedono soprattutto quando si partirà. Tra chi si informa ci sono anche donne che però hanno superato i 43 anni di età e quindi non rientrano nel limite stabilito dalle linee guida come intervento di sanità pubblica. Proprio sull'età a mio avviso per l'eterologa si poteva estendere di più. Questo limite non vede proprio d'accordo. Lo vedo indicato per l'omologa ma per l'eterologa è troppo limitata ».
Una previsione dei primi interventi appare per ora impossibile. «E' molto difficile dire quando saremo in grado di trattare la prima coppia – continua Cignitti – non prevediamo date perché prima bisognerà vedere quello che succederà con i donatori. Non mi preoccupa la donazione del liquido seminale maschile, perché è una procedura più semplice, ma mi preoccupa la donazione di ovociti da parte delle donne che rientrano nell'età stabilità dalle linee guida e cioè tra i 18 e i 35 anni. La paziente dovrà infatti essere sottoposta ad una cura ormonale e comunque entrare in sala operatoria per l'estrazione. Una procedura che durerà circa venti giorni. I vari passaggi che potrebbero creare uno stress e scoraggiare eventuali donatrici ma ci auguriamo che siano ostacoli superabili».
In caso contrario il Salesi dispone di ovociti congelati, una quantità non alta, che potrebbero essere utilizzati per le donne sterili.