Aveva beneficiato della scarcerazione in seguito all'emergenza sanitario del Covid-19, godendo della misura meno restrittiva degli arresti domiciliari ma è tornato in...
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A causa della pandemia del Coronavirus, il 59enne ha beneficiato della scarcerazione anticipata, così come è accaduto anche per diversi boss di mafia e camorra, al fine di contemperare precise esigenze di salute in grado di divenire ulteriormente delicate per via del Covid-19. Solo che una volta ricongiuntosi con la propria convivente, godendosi il piacere di restare in un ambiente familiare piuttosto che in cella, è stato colto dalla rabbia. Secondo i racconti della donna forniti agli uomini dell'Arma diretti dal Maggiore David Pirrera e dal Tenente Massimo Milano, il comportamento iracondo dell'uomo era piuttosto frequente e le aveva provocato stati di ansia e turbamenti per la propria incolumità.
Fino a domenica scorsa, quando ha richiesto l'intervento dei carabinieri attraverso una chiamata sull'utenza 11. In seguito a una discussione nata per futili motivi, il 59enne aveva aggredito la propria compagna, minacciandola di morte e arrivando a puntarle alla gola un coltello a serramanico, della lunghezza di 15 centimetri. Minacce continue di ucciderla, ogni giorno sempre le stesse scene, secondo quanto riferito dalla donna, che ormai esasperata e terrorizzata ha allertato i militari che sono intervenuti prima che potesse accadere il peggio. Per l'uomo sono scattate le manette ai polsi per i reati di atti persecutori e maltrattamenti in famiglia ed è stato portato in carcere a Cassino. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero