Sanità, interrogazione in Senato sulla chiusura dei punti di primo intervento

Il punto di primo intervento di Sabaudia
Finisce in Parlamento la chiusura dei punti di primo intervento. Con una interrogazione il senatore Nicola Calandrini (Fratelli d'Italia) sottolinea che anziché...

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Finisce in Parlamento la chiusura dei punti di primo intervento. Con una interrogazione il senatore Nicola Calandrini (Fratelli d'Italia) sottolinea che anziché chiudere i servizi occorre «rafforzare il ruolo dei punti di primo intervento, che se confermati nel numero e incrementati nelle proprie competenze, strutture ed operatori, potrebbero svolgere un ruolo di primaria importanza, drenando gli accessi nelle strutture ospedaliere, abbattendo le liste di attesa e alleggerendo la pressione nei reparti». 


Sotto accusa, spiega il senatore  «il decreto ministeriale  70 del 2015 che innova il tema dell'assistenza sanitaria nazionale e dell'organizzazione della rete ospedaliera pubblica e che vedrà un'ulteriore modifica degli assetti sanitari nazionali tramite la trasformazione dei punti di primo intervento con accessi inferiori alle 6.000 unità all'anno, in postazioni di 118 medicalizzate». Una battaglia che da tempo i comitati locali stanno portando avanti, anche attraverso delle proposte, in provincia di Latina.
 
E proprio al territorio pontino si riferisce Calandrini: «Una misura  che colpirà sensibilmente la provincia, in vista soprattutto dell'aumento esponenziale dell'utenza nel periodo estivo, e che porterà a far gravare tutte le emergenze sulle due strutture di pronto soccorso presenti a Latina e a Formia». Chiuderebbero o sarebbe ridimensionati i "Ppi" di Cori, Cisterna, Sabaudia, Priverno, Gaeta e Minturno.

Da qui la richiesta di un «rafforzamento del ruolo dei punti di primo intervento», oltre a una «revisione del decreto ministeriale stesso, valutando la necessità di procedere ad una riforma di tali strutture nella visione di un rafforzamento e non della diminuzione della rete sanitaria di assistenza pubblica territoriale» . Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero