Sotto accusa, spiega il senatore «il decreto ministeriale 70 del 2015 che innova il tema dell'assistenza sanitaria nazionale e dell'organizzazione della rete ospedaliera pubblica e che vedrà un'ulteriore modifica degli assetti sanitari nazionali tramite la trasformazione dei punti di primo intervento con accessi inferiori alle 6.000 unità all'anno, in postazioni di 118 medicalizzate». Una battaglia che da tempo i comitati locali stanno portando avanti, anche attraverso delle proposte, in provincia di Latina.
E proprio al territorio pontino si riferisce Calandrini: «Una misura che colpirà sensibilmente la provincia, in vista soprattutto dell'aumento esponenziale dell'utenza nel periodo estivo, e che porterà a far gravare tutte le emergenze sulle due strutture di pronto soccorso presenti a Latina e a Formia». Chiuderebbero o sarebbe ridimensionati i "Ppi" di Cori, Cisterna, Sabaudia, Priverno, Gaeta e Minturno.
Da qui la richiesta di un «rafforzamento del ruolo dei punti di primo intervento», oltre a una «revisione del decreto ministeriale stesso, valutando la necessità di procedere ad una riforma di tali strutture nella visione di un rafforzamento e non della diminuzione della rete sanitaria di assistenza pubblica territoriale» .
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