Chiaia di Luna, lavori eseguiti e spiaggia chiusa: contestato un danno erariale da 1,3 milioni di euro

La mancata riapertura della spiaggia di Chiaia di Luna, a Ponza, ha causato un danno erariale stimato in 1 milione e 300.000 euro. E' quello che contesta la Corte dei conti...

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La mancata riapertura della spiaggia di Chiaia di Luna, a Ponza, ha causato un danno erariale stimato in 1 milione e 300.000 euro. E' quello che contesta la Corte dei conti alle amministrazioni comunali che si sono succedute dal 2011 a oggi, da quando cioè sono terminati i lavori di messa in sicurezza della parete che sovrasta l'arenile, in passato interessata da crolli e anche causa, in passato, del decesso di una bagnante e di un operaio che stava montando proprio le reti di protezione. 

L'accertamento della Procura della Corte dei conti è stato delegato alla Guardia di Finanza del comando Provinciale di Latina che ha stimato il danno  «per mancata utilità dei lavori di messa in sicurezza della falesia sovrastante la spiaggia».

L'attività istruttoria è stata  eseguita dalla Compagnia di Formia coadiuvata dalla tenenza di Ponza. E' stato stimato un "danno emergente" pari a  1.130.000 euro derivante dal costo dell’intervento, limitatamente al periodo dell’utilità sperata per inutilizzo del bene e di "lucro cessante" pari a 140.000 euro per il mancato conseguimento di proventi che l’apertura dell’arenile avrebbe generato, con il rilascio di concessioni e/o autorizzazioni per l’utilizzo delle relative aree demaniali marittime.

«Il pregiudizio segnalato alla magistratura contabile scaturisce dalla superficialità con cui le amministrazioni comunali succedutesi nel tempo, a far data dal 2011 ad oggi, hanno affrontato il delicato problema dell’apertura dell’arenile - si legge in una nota della Finanza - gestendo la vicenda in maniera non inappropriata in quanto, malgrado la spiaggia sia stata ritenuta pubblicamente fruibile dagli organi tecnici competenti, le stesse hanno tuttavia omesso di attuare qualsivoglia valida iniziativa finalizzata all’apertura della stessa. Tale condotta omissiva, tenuta dal Comune di Ponza, ha comportato un mancato perseguimento degli obiettivi per i quali il finanziamento del Ministero dell’Ambiente era stato concesso, vanificandone così le finalità e rendendo finanche privi di validità i lavori comunque eseguiti».  

Tra le motivazioni addotte dalle amministrazioni comunali, va ricordata quella legata alla agibilità del tunnel romano che consente l'accesso alla spiaggia, altrimenti raggiungibile solo via mare, ritenuto non idoneo per motivi di sicurezza. 

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Il Messaggero