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Ambulanze in coda anche questa mattina davanti al Santa Maria Goretti a Latina, portelloni aperti, malati in attesa e sanitari con le tute bianche, le mascherine, le visiere che aspettano il turno per accedere al pronto soccorso. «Sono qui da un'ora e mezza, ma vuole sapere cosa penso?» chiede uno degli operatori del 118. «Ci chiama gente che non ha davvero bisogno e questo è il risultato. Il mio paziente cammina, non è grave, non sta a me valutarlo ma dovrebbero chiamare il 118 solo le persone che hanno effettiva necessità, che stanno male. Altrimenti il risultato è questo e salta tutto».
Già, perché da giorni il Goretti è sotto pressione. Le ambulanze e i pazienti aspettano anche ore. Stamattina in due casi è stato necessario rifornire di ossigeno due pazienti che erano in coda perché i mezzi lo avevano esaurito. Ma perché accade? Intanto, non succede solo a Latina. Anzi, a Roma, o a Frosinone la situazione è peggiore. Nell'ultima ricognizione regionale fatta questa mattina presto davanti al Goretti c'erano due ambulanze e in tutto il Lazio in coda ai pronto soccorso Covid ce n'erano oltre 60.
Alle 11 erano diventate cinque le ambulanze in attesa.
Intanto il virus corre e i positivi si moltiplicano. Oggi dentro al Goretti sono stati allestiti altri 16 posti letto Covid all'ultimo piano, ma si farà presto ad esaurirli se noi tutti, fuori, non faremo la nostra parte rinunciando ad uscire, evitando di incontrare gli amici, insomma tutte le precazuzioni che vi vengono chieste ormai da un mese. Evidentemente non abbiamo fatto abbastanza.
Il 4 ottobre scorso l'appello del manager Asl Casati:
Covid, allarme a Latina: 73 nuovi contagiati in provincia, 25 nel capoluogo. La Asl: «State a casa»
Ieri, primo novembre, sono stati 168 i contagiati e 150 i ricoverati al Goretti: esattamente il doppio dei 78 di inizio ottobre. Da settimane al Goretti si lavora a testa bassa. Medici, infermieri, tutto il personale lotta per curare al meglio i pazienti e rimandarli a casa nel più breve tempo possibile.
Emblematico l'appello di una infermiera della Rianimazione:
«Non siamo più un'isola felice vi preghiamo di stare attenti o Latina finisce come Bergamo»
Ecco perché Regione e Asl hanno messo a punto piani di emergenza da attivare progressivamente. Era già accaduto a marzo scorso quando fu aperto un reparto Covid al Don Di Liegro a Gaeta. Ma c'è chi chiede di usare anche altri vecchi ospedali e chi propone di chiedere aiuto all'esercito con reparti da campo. Sapremo, forse già nelle prossime ore, quali soluzioni verranno adottate dall'Azienda sanitaria di concerto con la Regione. Intanto, fuori, facciamo tutti la nostra parte.
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