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Dieci arrestati, 38 indagati totali e una rete di trafficanti di droga che operava tra le province di Latina e Roma. L'hashish e la marijuana arrivavano però via mare dal Marocco, la cocaina invece via terra dall'Olanda, attraverso un'associazione ponte che si occupava dei rifornimenti. Le piazze di spaccio erano quelle di Latina, Sezze e Fondi, Tor Bella Monaca a Roma e poi Ardea e Anzio.
L'operazione, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma, è stata condotta ieri dal Nucleo investigativo del Reparto operativo del comando provinciale dei carabinieri coadiuvato dal raggruppamento aeromobili di Pratica di Mare e dal Nucleo cinofili di Santa Maria Galeria.
Tutto nasce da un'attività di pedinamento e osservazione condotta sul territorio, iniziata nel 2016 e poi passata dalla Procura di Latina alla Dda, che ha fatto trovare gli investigatori di fronte a un'organizzazione di narcotrafficanti che gestiva l'esportazione e lo spaccio di ingenti quantitativi di droga.
I NOMI
In carcere sono finiti i fratelli Abderrahim Ohsaine e Abdeljalil Ohsaine, di 54 e 46 anni, entrambi nati in Marocco e residenti a Roma; Mohammed El Maliani 47 anni di nazionalità marocchina e residente ad Anzio; Aziz Ben Zahra 42enne nato in Belgio e residente in Spagna; Marco Di Felice 48enne di Ardea; Beniamino Parisella 50enne di Fondi; Pierpaolo Spagnolo 44 anni residente a Fondi; Franco Marongiu 54enne di Sezze; Francesco Ottobre, 66enne di Latina.
LE GERARCHIE
Vertice dell'organizzazione sono considerati i due fratelli marocchini: mentre il primo provvedeva in modo continuativo all'approvvigionamento dello stupefacente gestendone il trasporto dal Nord Africa, il secondo assicurava il costante collegamento tra il Marocco e l'associazione che operava sul territorio pontino, coadiuvando i trasporti dall'estero, l'arrivo con i corrieri e l'occultamento delle partite fino alla distribuzione della merce sui mercati di Roma (in particolare Tor Bella Monaca) e della provincia di Latina, in particolare nel capoluogo, a Sezze e a Fondi.
Il punto di riferimento sul territorio è considerato invece Pasquale D'Alterio, per aver svolto il ruolo di promotore e organizzatore delle attività del sodalizio criminale, occupandosi di reperire, finanziare e organizzare il rifornimento dall'estero e coordinando la commercializzazione sul territorio italiano. D'Alterio risulta infatti in stabili rapporti commerciali con i fratelli Ohsaine di cui è grande cliente, trattando acquisti in proprio e anche per conto terzi, tra cui Franco Marongiu e Francesco Ottobre.
I VIAGGI
Le indagini hanno monitorato almeno due viaggi in Marocco per trattare direttamente le importazioni, ma hanno anche accertato come D'Alterio usasse rivolgersi anche altrove, cercando sempre fornitori e canali diversi per assicurarsi un flusso continuo: «L'importante si legge in un'intercettazione è che il lavoro deve essere continuativo, non è un lavoro che dobbiamo fare adesso e poi basta».
Per gli stessi affari legati alla droga del resto, come un vero «trafficante di livello internazionale», aveva stretto contatti con Francesco Ottobre. Ma anche con Pierpaolo Spagnolo e con Mohammed El Meliani che importava decine di chili dal Marocco, dall'Olanda e dalla Spagna, rendendo disponibili per i clienti grandi quantità nel giro di poche ore trattando droghe di diversa qualità a diversi prezzi, quella buona e quella commerciale, a 1900 e 1400 euro al chilo. Una montagna di droga pronta ad essere riversata anche sul territorio pontino. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero