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Ha ucciso il padre a coltellate e un amico di famiglia. Dopo il duplice omicidio il ragazzo di 21 anni di origine olandese è fuggito nei boschi della provincia di Cuneo. Nella serata di ieri si è aperta una caccia all’uomo senza sosta, con pattuglie dei carabinieri e l’elicottero. Sullo sfondo il paesino Montaldo di Mondovì in provincia di Cuneo.
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Uccide il padre a coltellate
L’omicida è un giovane di 21 anni, Sacha Chang, di origine olandese, con problemi psichici. Da qualche giorno era ospite con il padre di una famiglia di amici che abitano a Montaldo, una vacanza che doveva servire a farlo svagare. L’assassinio è avvenuto alle porte del piccolo paese, che conta circa 800 abitanti, in via Roapiana. Entrambe le vittime sono a loro volta olandesi. Il genitore è morto sul posto, l’altro uomo durante il trasporto in elicottero all’ospedale Cto di Torino. L’amico di famiglia si chiamava Lambertus Ter Horst e aveva sessant’anni. È stato lui a dare l’allarme quando era ancora cosciente: «Venite, c’è stato un omicidio. Sono ferito anch’io».
Poi, nel giro di poco, le sue condizioni sono peggiorate. Per agevolare le ricerche è stato subito diramato un bollettino. «Il giovane è alto un metro e settantacinque, indossa una maglietta e pantaloncini. È scappato nei boschi del borgo della val Corsaglia, nelle valli monregalesi. Non ha con sé il coltello, che è stato trovato nelle vicinanze». Da ieri sera le forze dell’ordine stanno setacciando i boschi alla ricerca del giovane che potrebbe nascondersi in qualche edificio abbandonato della zona: diversi gli avvistamenti, veri o presunti, in alcuni comuni del circondario, ma nessuna conferma. Gli investigatori stanno ricostruendo la dinamica del duplice omicidio, al momento dell’aggressione nella casa non era presente nessun altro testimone. I carabinieri stanno analizzando i filmati delle telecamere di zona e ascoltando alcune persone che sostengono di aver incrociato l’assassino durante la sua fuga. La Procura ha aperto un fascicolo: nei prossimi giorni sarà disposta l’autopsia sui corpi del padre e dell’amico di famiglia, anche per chiarire il numero di coltellate inferte. Da una prima ricostruzione sembra che l’assassino abbia agito spinto da un raptus, dopo una discussione banale.
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Il Messaggero