Tragedia a Genova. Un detenuto italiano recluso nel carcere di Marassi, dove si trovava da poche ore in attesa di giudizio per maltrattamenti, si è impiccato in cella....
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«Marassi - comunica il Sappe - segna purtroppo il secondo suicidio dall'inizio dell'anno». «Un dramma che nessuno deve ignorare - scrive il Sappe -. Non conosciamo le cause che hanno indotto al suicidio ma di fatto esiste un disinteresse alle condizioni di vita della popolazione detenuta a Marassi che è indiscutibile: ci sono 730 detenuti che devono convivere in spazi per 525 posti».
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Secondo il Sappe «gli eventi critici sono ormai quotidiani: nel primo semestre 2019 ci sono stati quasi 100 atti di autolesionismo, un suicidio, 73 colluttazioni e 40 ferimenti, un decesso per cause naturali e continue aggressioni alla Polizia Penitenziaria. Poco più di un anno fa - continua la nota - la direzione di Marassi si è resa parte attiva con l'assessore regionale alla sanità di un protocollo sul rischio suicidario ma ancora nulla si sa, a distanza di quasi un anno dalla sua introduzione, sulle modalità attuative di tale protocollo. E allora le responsabilità di chi sono?». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero