Una tenda, un cellulare, un mazzo di chiavi, dei cuscini, quattro giubbotti delle vittime, un pc, diciotto mozziconi di sigaretta. Sono i reperti trovati sul luogo della strage di...
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PROCEDIMENTO PARTITO AD AGOSTO
Perciò è stata avviata un’ispezione ministeriale sull’inchiesta della strage di Erba, nella quale l’11 dicembre 2006 furono uccise quattro persone e una gravemente ferita. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha chiesto alla procura di Como gli atti. Il procedimento predisciplinare avviato su richiesta del Guardasigilli - uno dei tanti aperti, come specificano dal ministero - è partito i primi di agosto. «Qualche giorno prima, il 12 luglio, intorno alle 10, alcuni oggetti prelevati sul luogo del delitto e mai analizzati, perché mai ammessi al dibattimento, furono distrutti dall’Ufficio corpi di reato presso il tribunale di Como, come attesta il verbale firmato dal cancelliere che si recò all’inceneritore», spiega Fabio Schembri, l’avvocato di Olindo e Rosa, elencando i reperti. Un passo compiuto, però, poche ore prima che la Cassazione si pronunciasse, quello stesso 12 luglio, sul ricorso della difesa che aveva chiesto fossero eseguiti in incidente probatorio esami irripetibili proprio su quei reperti per cristallizzare eventuali prove. E a novembre, col deposito delle motivazioni, si è saputo che la Cassazione, pur dicendo no all’incidente probatorio, aveva lasciato aperta la possibilità per la difesa di far eseguire esami nell’ambito delle indagini difensive, dandone avviso al pm.
INTERCETTAZIONI
In carcere, condannati in via definitiva all’ergastolo, ci sono i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, vicini di casa delle vittime.
Il Messaggero