OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
C'è una svolta clamorosa nel caso del piccolo Samuele, tre anni (ne avrebbe compiuti quattro ad ottobre), morto ieri a Napoli dopo essere precipitato dal terzo piano della sua abitazione in via Foria, nel centro storico della città. La versione in un primo momento più accreditata, quella dell'incidente, oggi vacilla dopo che la Polizia di Stato ha eseguito in mattinata un provvedimento di fermo emesso dalla Procura nei confronti di un uomo di 38 anni, Mariano Cannio, incensurato, ritenuto gravemente indiziato dell'omicidio volontario del piccolo.
Samuele, chi è il fermato
Il provvedimento dovrà essere convalidato dal giudice (l'udienza si terrà lunedì alle 9,30) ma gli inquirenti considerano importanti gli indizi raccolti. L'uomo fermato è un collaboratore domestico, molto conosciuto nella zona, sia perché risiede nel quartiere, sia perché presta la sua opera in favore di diverse famiglie nelle cui abitazioni ha accesso godendo della loro fiducia. La sua viene descritta dai conoscenti come una personalità particolare, dal carattere chiuso. Ma nessuno si spinge a indicarlo come un potenziale assassino. Al momento della tragedia la mamma del piccolo Samuele, incinta all'ottavo mese, si era allontanata dalla stanza dove era il figlio. In casa c'era anche Cannio, intento a sbrigare le faccende domestiche. Interrogato dagli inquirenti, è stato lo stesso 38enne ad ammettere di trovarsi su quel balcone e di aver preso in braccio il piccolo Samuele, negando però di averlo deliberatamente scaraventato giù dal balcone.
«Dieci secondi sono bastati per far morire Samuele»
Lui: «Ho disturbi della psiche»
L'uomo ha detto di soffrire di disturbi della psiche e di non saper spiegare come sia precipitato il bambino, negando comunque ogni ipotesi dolosa.
Cuneo, Samuele Racca morto travolto dal grano a 10 anni: stava giocando nell'azienda di famiglia
La rabbia del quartiere
Ma dopo aver appreso che c'è un uomo fermato per omicidio, lo stupore si è trasformato in rabbia. Chiunque passa davanti al palazzo si ferma per qualche minuto, si fa il segno della croce, alza lo sguardo verso quel balcone del terzo piano. «È un dolore troppo forte - dice una anziana -. Non riesco a immaginare il dolore dei genitori e della mamma che è anche incinta. Povera donna». Tra i messaggi lasciati assieme ai fiori un bigliettino recita: «Adesso giochi con gli angeli». È un via vai continuo di persone, tutte desiderose di lasciare una testimonianza di affetto e vicinanza ai genitori. «Da madre non riesco nemmeno a immaginare il dolore della mamma di questo angioletto - racconta Anna, arrivata sul posto con la figlia di 8 anni - stamattina è stata proprio mia figlia a dirmi "Mamma andiamo a portare un fiore" a quel bimbo».
Ancona, bimbo si sporge per guardare la mamma e precipita dal balcone
Leggi l'articolo completo suIl Messaggero