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Furti, botte, bastonate e atti vandalici. Poi, a fine giornata, le molestie sessuali. Sì, perché il mega raduno a Peschiera del Garda – al quale hanno partecipato oltre 2mila ragazzini, di cui la maggior parte minorenni – si è concluso con sei giovani di 16 e 17 anni abusate sul treno diretto a Milano. Il branco le ha circondate non appena sono salite a bordo del convoglio, che nel tardo pomeriggio del 2 giugno era invaso da chi aveva partecipato alla festa ed era ormai di ritorno verso il capoluogo lombardo. Arrivate a destinazione, le vittime hanno denunciato il tremendo episodio alla polizia ferroviaria della stazione Centrale.
Le sei amiche non sapevano nulla di quanto stava accadendo a Peschiera. Mentre centinaia di ragazzi di origine nordafricana, provenienti soprattutto dal Veneto e dalla Lombardia, venivano coinvolti in una maxi rissa in spiaggia – che ha reso necessario l’intervento della polizia in assetto antisommosa –, loro si godevano la giornata a Gardaland. Non potevano certo immaginare che, una volta salite a bordo del regionale 2640, sarebbe iniziato un vero e proprio incubo. Le carrozze erano tutte occupate dai giovani, molti dei quali senza biglietto, dopo che le forze dell’ordine erano riuscite a indirizzarli verso la stazione per farli rientrare.
L’incubo
«Le donne bianche qui non salgono», avrebbero detto alle vittime, continuando a ridere tra di loro. E poi le avrebbero circondate e molestate pesantemente per diversi minuti. La mamma di una delle ragazzine ha denunciato l’accaduto tramite una pagina Facebook, raccontando che la figlia e le amiche «sono state accerchiate, palpeggiate e molestate», senza riuscire a scendere dal treno perché tutti «ammassati». Soltanto grazie all’aiuto di un passeggero hanno potuto scappare alla fermata di Desenzano del Garda, «sotto choc e in lacrime», dove poi i genitori sono andati a prenderle.
L'appuntamento
Il ritrovo sarebbe stato organizzato tramite un passaparola sui social media, in particolare TikTok, dove decine di giovani nei giorni scorsi scrivevano frasi come «il 2 tutti a Peschiera» o «l’Africa a Peschiera del Garda». Uniti dalla passione per la musica trap e dai Paesi di origine, si sono trovati in migliaia, quasi tutti arrivati col treno. Ma la festa è degenerata in fretta e nel pomeriggio è scoppiata una mega rissa, probabilmente originata dal furto di un portafoglio. Nel caos, tra botte e bastonate, a un certo punto sarebbe comparso anche un coltello e uno dei partecipanti allo scontro è rimasto ferito a una spalla. La polizia, che è poi riuscita a identificare decine dei ragazzi, è intervenuta in tenuta antisommossa per tentare di sedare la violenza e alcuni giovani sono stati raggiunti da manganellate. Diversi video, che mostrano i momenti più concitati della giornata, sono stati diffusi dai ragazzi su TikTok, che si dividono tra chi condanna quanto accaduto e chi invece ne parla con entusiasmo.
Gli atti di vandalismo, nella località sulla riva del Garda, sarebbero iniziati già dal mattino, costringendo molti turisti – e soprattutto le famiglie – a spostarsi altrove. Fra treni bloccati per la presenza di giovani sui binari e altri che salivano sui tetti delle macchine, anche i residenti della zona hanno denunciato il disagio sui social network. In seguito al grave episodio, la prefettura ha deciso di vietare la vendita e la somministrazione d’asporto di bevande alcoliche nel fine settimana, oltre a rafforzare i controlli nella stazione.
«Continuiamo la nostra battaglia quotidiana per una libertà non solo individuale, ma sociale. Pensare che delle ragazze vengano importunate, molestate o che siano oggetto di aggressione nei nostri territori non esiste». Lo afferma il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, commentando i fatti dello scorso giovedì. «Il mio appello è che ci sia tolleranza zero e che le forze dell’ordine ci mettano il massimo impegno per trovare i responsabili. Noi veneti siamo abituati a un rapporto sociale basato sul rispetto delle persone e delle regole. Non deve passare l’idea - conclude il governatore del Veneto - che fatti come questi possano diventare ordinari o addirittura, peggio ancora, che ci si possa assuefare».
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Il Messaggero