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Le squadre specializzate del Corpo forestale del Trentino hanno catturato l' orsa Jj4, l'esemplare che lo scorso 5 aprile ha aggredito e ucciso il runner di 26 anni Andrea Papi nei boschi del monte Peller. L'esemplare è stato prelevato in val Meledrio, a circa una decina di chilometri dal luogo in cui è stato trovato il corpo senza di vita del giovane. L' orsa, che era accompagnata da tre cuccioli, è entrata in una delle trappole a tubo posizionate nella zona la notte scorsa. Una volta sedata, è stata trasferita al Centro faunistico di Casteller, dove rimarrà in attesa della decisione del Tar di Trento sulla sospensione dell'ordinanza di abbattimento firmata dal presidente della Provincia, Maurizio Fugatti.
La cattura
Le operazioni di cattura sono iniziate la scorsa settimana, una volta arrivato l'esito delle analisi genetiche effettuate sui campioni organici prelevati sul corpo del giovane runner e sulla zona dell'aggressione. Diverse squadre di operatori specializzati si sono messe sulle tracce dell'animale, conosciuto dagli esperti della forestale perché responsabile nel giugno del 2020 di un'altra aggressione ai danni di due escursionisti, padre e figlio. L' orsa, per cui l'amministrazione provinciale aveva già chiesto l'abbattimento, poi bocciato dal Consiglio di Stato, era stata dotata di collare radiotrasmittente e di marca identificativa sull'orecchio. Le ultime posizioni però non erano note, dato che il sistema di monitoraggio aveva smesso di funzionare nell'agosto dell'anno scorso.
Le ricerche
La zona delle operazioni è stata determinata sulla base delle rilevazioni Gps effettuate in precedenza.
Perché è ritenuta pericolosa
L' orsa, ritenuta particolarmente pericolosa, è invece rimasta all'interno della trappola, che è stata caricata su un mezzo speciale e trasferita nella notte nel Centro faunistico di Casteller, a Trento. Jj4 si è poi svegliata all'interno del recinto assegnatole, verso le due di notte. Intanto, prosegue il braccio di ferro tra l'amministrazione provinciale e il Tar di Trento sulla sospensione dell'ordinanza di abbattimento dell' orsa. In attesa della relazione e del parere di Ispra sull'abbattimento e sull'eventuale trasferimento dell'esemplare, il tribunale amministrativo ha rigettato l'istanza della Provincia di anticipare al 20 aprile l'udienza per la decisione, confermando la camera di consiglio fissata per il prossimo 11 maggio. Qualora il Tar dovesse emettere un parere positivo all'abbattimento, la soppressione verrà effettuata tramite eutanasia. «Ora per noi il problema non è più Jj4, ma la convivenza con i grandi carnivori. Chi vuole bene al progetto 'Life Ursus' non pensi a quest' orsa, ma ci aiuti a trasferire gli esemplari in sovrannumero», ha concluso Fugatti, ribandendo l'intenzione di procedere all'abbattimento anche degli esemplari Mj5, per cui è già arrivato il via libera dell'Ispra, e di M62.
La Lav: trasferite l'orsa nel rifugio-santuario all'estero
La Lega anti vivisezione (Lav) chiede, attraverso una nota, un incontro urgente con il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, per «organizzare il trasferimento dell'orsa nel rifugio-santuario individuato all'estero dall'associazione». Anche l'Associazione italiana difesa animali ed ambiente (Aidaa), in una nota, domanda che l' orsa Jj4 «sia subito messa in condizione di essere trasferita in un santuario protetto tra quelli indicati dalla Lav che si trovano all'interno dell'Unione europea». In merito ai documenti forniti ieri dalla Provincia di Trento al Tribunale regionale amministrativo (Tar), la Lav sostiene che «dall'analisi effettuata dall'Ufficio legale della Lav risulta che il deposito sia limitato esclusivamente a un estratto verbale della riunione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza tenutasi in prefettura il 7 aprile, una nota della Procura vaga e generica che afferma che dai primi accertamenti sembrerebbe la responsabilità sia di Jj4 ma indicando che vanno analizzati dieci reperti e una sola relazione sanitaria del tutto generica».
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Il Messaggero