Nadia Toffa, il post commovente di Sabrina Paravicini: «In ospedale nessuno aveva voglia di parlare»

«“Sabrina, hai sentito di quella ragazza della televisione?” Non dice la parola “morta” oggi per noi è una parola troppo dolorosa e il dolore...

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«“Sabrina, hai sentito di quella ragazza della televisione?” Non dice la parola “morta” oggi per noi è una parola troppo dolorosa e il dolore ce lo portiamo dentro e fuori da troppi mesi. Le prendo la mano e le dico “si ho saputo e sono molto triste, ma ogni persona ha una storia diversa, ogni persona ha un futuro diverso, non abbia paura, stia tranquilla”». E' questo il post di Sabrina Paravicini, ex attrice di Un medico in famiglia dopo la morte di Nadia Toffa. Anche Sabrina ha dovuto affrontare un tumore e sul suo profilo Facebook racconta l'atmosfera in ospedale il giorno della morte dell'inviata delle Iene, mentre aspettava il suo turno per il farmaco di mantenimento.


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«Ieri in ospedale nella sala d’attesa c’era un silenzio irreale. C’era ancora molta gente nonostante fosse la settimana di ferragosto. Io dovevo fare il farmaco biologico di mantenimento. Si chiama Herceptin o Trastuzumab. Alle donne risultate positive al Her2 serve a prevenire un’eventuale recidiva. Si fa per circa un anno dopo la chemioterapia. Ho ritrovato le mie compagne di chemio. Ci siamo sorrise. Ieri nessuno aveva voglia di parlare. C’era molta tristezza nell’aria. Una signora anziana a cui avevo regalato un turbante mi si è avvicinata. Le ho chiesto come stava», racconta. 

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«Lei guarda di lato dove ci sono la figlia e la nipote. Vengono sempre ad accompagnarla, non la lasciano mai sola. Lo so bene, non abbiamo paura per noi, il nostro pensiero di cura e di preoccupazione è per le persone che amiamo e che ci amano. Ci riguardiamo negli occhi. Ci siamo intese. Silenziosamente. Le lascio la mano. L’infermiera la chiama per fare terapia. “Ci vediamo dentro” mi dice. “Certo” . Mi fa un sorriso mentre la figlia e la nipote la portano a fare chemioterapia. Fino a qui tutto bene», conclude Sabrina. 

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Il Messaggero