Lotto, sottrae 120mila euro di incassi dei clienti e li gioca nella sua tabaccheria a Montebelluna

Un comportamento che ha indotto la Corte dei conti del Veneto, presieduta da Marta Tonolo, a condannare il 32enne M.R. a pagare a favore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli la somma di 125mila 813 euro

Lotto, sottrae 120mila euro di incassi dei clienti e li gioca nella sua tabaccheria a Montebelluna
MONTEBELLUNA (TREVISO) - Fra agosto e settembre del 2019, un tabaccaio del montebellunese si è appropriato di oltre 120mila euro di incassi derivanti dalle giocate al Lotto...

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MONTEBELLUNA (TREVISO) - Fra agosto e settembre del 2019, un tabaccaio del montebellunese si è appropriato di oltre 120mila euro di incassi derivanti dalle giocate al Lotto dei suoi clienti, non girando all’erario la somma dovuta. Un comportamento che ha indotto la Corte dei conti del Veneto, presieduta da Marta Tonolo, a condannare il 32enne M.R. a pagare a favore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli la somma di 125mila 813 euro, oltre agli interessi da calcolare fino a quando l’effettivo pagamento non sarà avvenuto.

I mancati versamenti

Il fatto è emerso nel novembre del 2019 quando alla Procura erariale è arrivata la comunicazione di danno attraverso la nota dell’Ufficio dei Monopoli per il Veneto e Trentino Alto Adige. Si erano infatti verificati dei mancati versamenti in relazione alle giocate del Lotto effettuate fra il 28 agosto 2019 e il 3 settembre per una somma di oltre 140mila euro. Una situazione che ha determinato prima la sospensione dei terminali della ricevitoria e poi il procedimento di revoca della concessione di gestione. Parallelamente si è, ovviamente, messa in moto tutta la vertenza giudiziaria. Nell’ambito della quale difensore dell’imputato, l’avvocato Torquato Tasso, ha spiegato il tutto con una gravissima forma di ludopatia. Il legale, infatti «ha fatto presente, che il suo assistito non era cosciente di violare gli obblighi di servizio, obbedendo a un impulso irresistibile che lo costringeva a giocare a tutti i costi, impiegando, senza rendersene conto, qualunque somma di cui avesse la disponibilità». Di qui, la richiesta di rigettare la domanda di condanna o, in seconda istanza, di ridurre l’importo. E, a sostegno della tesi, sono stati addotti vari elementi: da messaggi whatsapp sul tema, a interventi della fidanzata del tabaccaio, al ricorso dell’uomo a strutture sanitarie fin dal 2013. Ma la Corte dei Conti è stata irremovibile. In sostanza, l’asserita ludopatia non ha reso l’uomo incapace di rendersi conto dell’illegittimità della sua condotta.

La condotta

Il tribunale ha ritenuto «che la documentazione medica prodotta non sia sufficiente a dimostrare che la ludopatia del convenuto fosse così grave da annullarne la volontà ed eliderne la responsabilità». Sembra insomma trasparire che l’uomo è sempre stato ben cosciente delle sue condotte, tanto che quella in questione sarebbe stata l’ennesima perdita di denaro del tabaccaio, convinto di poter vincere ingenti somme, in quanto lui stesso sosteneva di aver capito il meccanismo del gioco denominato 10 e Lotto. Ora, però, invece della vincita sperata è arrivato un salatissimo conto da pagare.
 

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Il Messaggero