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De Luca all'attacco del Governo sulla scuola: «Ci si domanda cosa sia cambiato rispetto ai due mesi passati, nel corso dei quali il ministro della Pubblica Istruzione ci ha ripetuto che mai e poi mai si sarebbe chiusa l'attività all'interno delle scuole. Si sono perse settimane preziose e nel frattempo sono aumentati in modo pesante i contagi anche nella fascia 0-18 anni». Così il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, sul Dpcm. «In più, si prevede per i bambini delle elementari l'obbligo di indossare in classe la mascherina. È francamente sconcertante», ha aggiunto.
L'attacco di De Magistris
«Alla luce dei contenuti del dpcm, credo che il presidente della Regione Campania debba rivedere la decisione assolutamente non condivisibile della chiusura degli asili e delle scuole elementari che in tutta Italia, addirittura nelle zone più tragicamente colpite, restano aperte». Lo afferma il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, lette le norme sulla scuola contenute nel dpcm che entra in vigore domani mentre in Campania, già da diverse settimane e fino al 14 novembre, tutte le scuole sono chiuse con il passaggio alla didattica a distanza. Secondo de Magistris, per consentire la scuola in presenza «a Napoli si potrebbero utilizzare spazi all'aperto così come le aule delle scuole superiori che sono chiuse. Organizzando insieme si potrebbe garantire soprattutto ai più piccoli, per cui è molto difficile se non impossibile la didattica a distanza, la scuola in presenza».
Il nuovo Dpcm e la scuola
Scuole materne, elementari e medie in presenza in tutta Italia, con obbligo da venerdì della mascherina, tranne per chi ha meno di 6 anni. Nelle 'zone rossè lezioni in presenza solo fino alla prima media. La scuola cambia ancora in base al nuovo dpcm in vigore dal 6 novembre e che prevede la didattica a distanza al 100% per tutte le superiori: la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina, che da settimane si batte perchè la scuola rimanga in presenza, ha mediato fino alla fine incassando un buon risultato. Vengono invece sospese le prove del contestato concorso per i prof precari che hanno insegnato nella scuola per almeno tre anni: oggi le prove si sono svolte regolarmente ma con l'applicazione del dpcm i candidati che dovevano presentarsi riceveranno specifiche comunicazioni. Ad oggi, circa il 70% ha già svolto i test e il Ministero assicura che avvierà la correzione degli scritti ma c'è già chi ipotizza possibili ricorsi e allungamenti infiniti dei tempi di conclusione del concorso. Le scuole intanto rimarranno con ogni probabilità chiuse nelle Regioni in cui da giorni i governatori hanno mandato tutti gli studenti in didattica a distanza: Campania, Puglia e, per le medie e le superiori, anche l'Umbria. In quest'ultima la Didattica a distanza anche alle medie viene confermata almeno fino al 14 novembre, per ordinanza della presidente della Regione.
«L'ultimo dpcm stabilisce il blocco della mobilità dalle 22 alle 5. Sembra francamente che sia una misura più che contro il Covid, contro il randagismo, visto che non interessa il 99 per cento dei cittadini. Ma la cosa grave è che, nel frattempo, non si decide nulla rispetto alle decine di migliaia di persone che, nei fine settimana, nelle domeniche, si riversano in massa sui lungomari e nei centri storici, senza motivi di lavoro o di salute, e nell'assenza di ogni controllo». Così il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, in una nota.
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«Non si è data a tutti i cittadini la percezione della drammaticità della situazione, spingendo tante persone, anche per la mancanza di controlli rigorosi ed efficaci, verso comportamenti di lassismo o di vera e propria irresponsabilità» ha proseguito De Luca, che ha aggiunto: «Si trovano nel dpcm anche misure utili e significative. Ma è evidente la linea generale assunta dal Governo: anziché scegliere in modo chiaro la linea della prevenzione del contagio, si sceglie di intervenire dopo che il contagio è esploso. E' una linea poco responsabile e soprattutto poco efficace dal punto di vista dei risultati. Con l'aggravante di questo calvario di disposizioni, parziali e a getto continuo, che crea sconcerto fra i cittadini, divisione tra le categorie, tensioni sociali».
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Il Messaggero