Coronavirus, Lombardia: cartolerie e librerie restano chiuse. Regione anticipa la Cig per 1 mlione di lavoratori

In Lombardia il commercio al dettaglio di libri e articoli di cartoleria «è consentito esclusivamente negli ipermercati e nei supermercati». È quanto...

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In Lombardia il commercio al dettaglio di libri e articoli di cartoleria «è consentito esclusivamente negli ipermercati e nei supermercati». È quanto stabilisce la nuova ordinanza firmata dal presidente della Regione Attilio Fontana, che conferma le misure restrittive di contrasto alla diffusione del Covid-19 fino al 3 maggio. Nella regione, a differenza di quanto deciso ieri a livello nazionale dal Governo, restano pertanto chiuse liberi e cartolerie.


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Il documento della Regione Lombardia firmato stamane dal presidente Attilio Fontana conferma le misure restrittive già emanate dal 21 marzo scorso, ovvero la chiusura degli alberghi, degli studi professionali, «che proseguono l'attività in smart working, salvo eccezioni per particolari scadenze», dei mercati all'aperto e tutte le attività non essenziali. Inoltre, nella nota della Regione è spiegato che «sarà possibile acquistare articoli di cartoleria, di fiori e piante all'interno degli esercizi commerciali che vendono alimentari o beni di prima necessità, già aperti. Saranno sempre possibili le vendite con la consegna a domicilio, osservando le regole stringenti già in vigore per questa modalità». Il provvedimento, in analogia a quanto stabilito dal nuovo Dpcm, «lascia aperti, con le consuete regole relative a igiene e distanziamento, i negozi per la vendita di articoli per neonati e bambini». 
 


«I lombardi non possono aspettare. Non sappiamo ancora se e quando arriveranno i soldi del Governo per imprese e lavoratori. Regione Lombardia invece con un accordo con il sistema bancario e sindacati garantisce le risorse per l'anticipo della cassa integrazione». Lo ha annunciato il governatore lombardo Attilio Fontana, in un video su Facebook. «Entro una settimana - ha spiegato Fontana - fino a 1 milione di lombardi potranno chiedere in banca l'assegno, soldi veri. Se lo Stato non c'è garantiamo noi. In Lombardia parliamo con i fatti».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero