Servono correttivi alla riforma della prescrizione che altrimenti rischia di affogare l'efficienza del settore penale della Cassazione dove i faldoni in arrivo si smaltiscono...
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Sulla stessa scia, il Procuratore generale Giovanni Salvi, da pochi mesi alla guida di tutti i pm dopo aver diretto la Procura della corte di appello della capitale e quella di Catania, anche lui ritiene necessari dei «bilanciamenti». Salvi definisce la «parificazione della sentenza di condanna a quella di assoluzione, ai fini degli effetti sul decorso della prescrizione», come un «punto critico» delle norme volute dal Guardasigilli Alfonso Bonafede. Il Pg inoltre ha messo in guardia da politiche securitarie anticamera del «governo della paura», ha puntato il dito sull'effetto criminogeno delle norme sui migranti e sul dato allarmante dei femminicidi, 103 nello scorso anno. Sulla prescrizione il lavorio parlamentare è in corso, si cerca un'intesa nel Conte bis dove i renziani fremono. «E' noto a tutti che esistono divergenze», ha detto Bonafede. «Ciò premesso, - ha proseguito il ministro - è in atto un confronto serrato all'interno della maggioranza per superare le divergenze e consegnare ai cittadini un processo idoneo alle loro istanze di giustizia, garantendo tempi certi ed eliminando ogni spazio di impunità». Maria Elena Boschi di Italia viva spera che «la maggioranza ritrovi ragionevolezza, a cominciare dal Pd, che non ha votato la riforma Bonafede e a cui chiediamo di trovare lo spirito riformista, e non inseguire il M5S sul giustizialismo».
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Via twitter il capogruppo dem Andrea Marcucci invita Bonafede a riflettere «sull'allarme della Cassazione: il blocco della prescrizione potrebbe mandare in crisi l'intero sistema della giustizia.
Il Messaggero