La maggioranza supera senza scossoni, anche grazie a un rinvio, la sua più difficile giornata sulla giustizia. La relazione del Guardasigilli Alfonso Bonafede sulle linee...
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Il rinvio viene approvato e la maggioranza tira un sospiro di sollievo: se si fosse dovuta esprimere, con il rischio di voti segreti, sulla proposta dell'esponente FI sarebbe stato concreto il rischio spaccatura. Si tratta di una tregua, ma a termine. Italia viva spiega di aver aperto alla «richiesta della maggioranza di qualche giorno per approfondire una mediazione». E Lucia Annibali parlando in Aula a nome dei renziani dà agli alleati una settimana, «una decina di giorni» per una soluzione. La prossima settimana si dovrà infatti votare un emendamento che la stessa Annibali ha presentato al decreto Milleproroghe e che Matteo Renzi indica come la possibile via di uscita: sospendere per un anno gli effetti della riforma Bonafede già in vigore. «Non concedere il rinvio del testo Costa sarebbe stata una provocazione ma tra una settimana anche il Pd e tutti i riformisti votino con Italia Viva l'emendamento Annibali», dicono fonti di Iv. In realtà, si sostiene in ambienti Pd, «Renzi si è reso conto di non poter votare in Aula con Salvini e contro la sua maggioranza».
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Gli alleati, a partire dai Dem, non sono affatto convinti che del «lodo Annibali», che equivarrebbe a un rinvio della riforma difficile da accettare per il M5s, e spiegano che la mossa serve a Iv per uscire dall'angolo e non rischiare subito di rompere l'alleanza. Ora, dicono i Dem, la mediazione è di nuovo nelle mani del premier Giuseppe Conte. Non risultano ad ora convocate riunioni, ma tocca al presidente del Consiglio riportare tutti al tavolo del confronto, magari ripartendo da quel suo «lodo», che distingue la posizione di condannati e assolti, per migliorarlo e superare le obiezioni (anche su una possibile incostituzionalità) che sinora ha sollevato. Soprattutto il partito di Zingaretti vuole che intanto si continui a lavorare per la riforma del processo penale per portarlo al Consiglio dei ministri: in questo ambito si potrebbe riprendere in mano la questione della prescrizione.
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E se alla fine non si non si trovasse una soluzione, si potrebbe sempre tentare la strada parlamentare: far ripartire l'esame in commissione delle proposte di legge di Pd e Leu per modificare la legge Bonafede e mettere quelle ai voti, invece della legge Costa che si limita a cancellare la riforma del ministro M5s. Lo strappo evitato è il frutto di una giornata di mediazioni. Il M5s, riferiscono fonti di centrosinistra, avrebbe preferito che non ci fosse alcun rinvio sulla proposta Costa, convinto che alla fine i renziani non avrebbero votato con Forza Italia e la Lega con il rischio di aprire una crisi di governo. Sarebbero stati Pd e Leu a fargli cambiare idea, avvertendolo che il rischio di rottura era tutt'altro che teorico.
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Di qui la scelta della maggioranza di chiedere il rinvio in Commissione. La giornata sull'Ottovolante si era aperta con la richiesta di Renzi al governo di «un'agenda riformista» con l'abbandono del giustizialismo sulla prescrizione.
Il Messaggero