Oscuramento di vajont.info, Anonymous colpisce il sito di Paniz

Il sito di Paniz dopo il defacing di Anonymous
BELLUNO - Anonymous ha colpito il sito di Maurizio Paniz, l'avvocato.deputato bellunese "colpevole" di aver provocato con la sua denunciala decisione del giudice di oscurare...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
BELLUNO - Anonymous ha colpito il sito di Maurizio Paniz, l'avvocato.deputato bellunese "colpevole" di aver provocato con la sua denunciala decisione del giudice di oscurare Vajont.info, il sito internet gestito da Tiziano Dal Farra, un bellunese di 54 anni accusato di diffamazione da Paniz e da un altro deputato, Domenico Scilipoti.




Il defacing, ossia lo sfregio al sito di Paniz, che nel pomeriggio e in serata si presentava come si vede nella foto (poi è comparsa la scritta "Sito in manutenzione"), è stato provocato da Anonymous, nome dietro il quale si nasconde una comunità di hacker che di volta in volta colpiscono con uno stile sempre identificabile chi è ritenuto nemico della libertà su internet.



Oltre a Scilipoti scritto con una "elle" di troppo, la frase di Anonymous contiene un'altra imprecisione. Dal Farra, citando Peppino Impastato ("La mafia è una montagna di merda"), aveva scritto che «Se la mafia è una montagna di merda... i Paniz & gli Scilipoti sono guide alpine» (era stata questa affermazione a provocare la querela dei due deputati); Anonymous invece attribuisce a Dal Farra la frase «se la mafia fosse una montagna scillipoti e paniz sarebbero due guide alpine». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero