"Cose nostre - Malavita", Luc Besson ride della mafia

Michelle Pfeiffer
Un cast stellare per ridere della mafia. Esce il 17 ottobre “Cose nostre – Malavita”, il nuovo film di Luc Besson con Robert De Niro, Michelle Pfeiffer, Tommy...

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Un cast stellare per ridere della mafia. Esce il 17 ottobre “Cose nostre – Malavita”, il nuovo film di Luc Besson con Robert De Niro, Michelle Pfeiffer, Tommy Lee Jones, Dianna Agron. Ecco, in esclusiva sul Messaggero.it, il trailer di questa action comedy a tinte dark che ha per protagonista una famiglia criminale sui generis ed è ambientata in Normandia. Il produttore esecutivo è Martin Scorsese.




La trama. De Niro interpreta Frank, un boss mafioso italo-americano deciso a collaborare con la giustizia e a denunciare i vecchi compari. Viene dunque trasferito con la famiglia (moglie molto schietta, figlia ormai americanizzata e figlio saputello) sotto il Programma di Protezione Testimoni in un paesino francese. Ma le cose non andranno come previsto: malgrado il poliziotto Lee Jones faccia di tutto per tenere in riga l’originale famiglia, Frank e i suoi non riescono ad abbandonare le vecchie abitudini e continuano a gestire i problemi “a modo loro”. Il caos vero e proprio scoppierà quando nella cittadina arriveranno i vecchi capi mafiosi che hanno rintracciato il pentito e vogliono tappargli la bocca…



Il regista. Equivoci, sorprese, risate e De Niro che fa il verso a tanti gangster del cinema sono gli ingredienti di questa storia. «La comicità del film - spiega Besson, - deriva principalmente dalle incomprensioni tra la famiglia di Frank e gli abitanti del paesino, che vorrebbero approfittarsi di quegli americani, credendoli ricchissimi, ma non sanno con chi hanno a che fare. Non si fa uno sgarbo all’ex mafioso Frank… Non volgiamo prendere in giro nessuna cultura, né quella degli americani né quella dei francesi: prendiamo in giro tutti».



De Niro. «Ho accettato di girare questo film - dice il grande attore premio Oscar - attratto dallo humour e dal punto di vista originale: offre infatti una prospettiva nuova sul genere criminale. Prima di arrivare sul set, mi sono documentato approfonditamente sul Programma di Protezione dei Testimoni. Lavorare in Francia con Besson è stata un’esperienza stimolante, indimenticabile». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero