Martinelli: «Serve più prevenzione per evitare disastri ambienta

Il presidente dell'Ordine dei Chimici Martinelli
L'incendio del deposito di rifiuti, a Frosinone, ha riacceso le polemiche sul controllo dei siti e sulle precauzioni da adottare. ...

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L'incendio del deposito di rifiuti, a Frosinone, ha riacceso le polemiche sul controllo dei siti e sulle precauzioni da adottare.

Sull'argomento, di stretta attualità, interviene il presidente dell'Ordine dei Chimici, dottor Fabrizio Martinelli.

“La gestione del ciclo dei rifiuti va seguito con acuta sensibilità e con adeguati processi di controllo. Altrimenti si possono determinare danni irreparabili per l’uomo e per l’ambiente”. E’ il pensiero del presidente dell’Ordine dei Chimici e dei Fisici di Lazio, Umbria, Abruzzo e Molise, dottor Fabrizio Martinelli che arriva dopo l’episodio che si è verificato a Frosinone dove, nel deposito di rifiuti della Mecoris, si è sprigionato un vasto incendio che si è propagato alle balle di carta, cartone e plastica. “Questi sono a tutti gli effetti rifiuti speciali che hanno dei codici di comportamento che vanno rispettati altrimenti – ha aggiunto Martinelli – il rischio incidente è sempre presente. Bisogna essere rispettosi delle norme e affidarsi a professionisti che guardano alla qualità dei servizi di prevenzione e controllo del ciclo di raccolta, stoccaggio e smaltimento dei rifiuti, rispettando le norme che in Italia sono tra i più sicuri in Europa e nel Mondo. Il rischio – evidenzia Martinelli – è quello di gestire questo processo pensando al business e quando ciò si realizza il rischio dell’incidente aumenta. E non bisogna dimenticare che il rischio di finire nelle maglie della criminalità è sempre presente. Anche in questo caso, le attività investigative accerteranno le cause del rogo ma la prevenzione è essenziale per evitare incidenti. Guardate – conclude Martinelli – Occorrono pratiche condivise. Rifiuti, trasporto in sicurezza, acqua, aria, terreni, sono campi sempre più attenzionati. Le comunità locali sorvegliano l’evoluzione, le lavorazioni e gli sviluppi di ogni processo di modernizzazione chiedendo alle istituzioni sempre maggiori controlli. Troppo forte è l’attenzione verso l’ambiente in cui si vive e per le ricadute sulla salute e la qualità della vita. E il chimico professionista ha il dovere e l’obbligo morale di tener conto di queste nuove attenzioni per dare risposte sempre più scientificamente adeguate ai propri clienti e alla società civile”.


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Il Messaggero