Inchiesta sui fondi per i migranti: Scittarelli torna in libertà, ma la Procura era contraria

Inchiesta sui fondi per i migranti: Scittarelli torna in libertà, ma la Procura era contraria
Inchiesta «Welcome to Italy» sul business con i fondi destinati all'accoglienza dei migranti a Cassino: revocati gli arresti domiciliari all'ex sindaco (per...

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Inchiesta «Welcome to Italy» sul business con i fondi destinati all'accoglienza dei migranti a Cassino: revocati gli arresti domiciliari all'ex sindaco (per tre volte) Bruno Scittarelli (foto). Il provvedimento di revoca è stato firmato nel primo pomeriggio di ieri dal Gip Domenico Di Croce, lo stesso magistrato che prima di Natale aveva ordinato l'aggravamento della misura cautelare nei confronti di Scittarelli, al quale, in precedenza, era stato imposto il divieto di svolgere l'attività imprenditoriale. Obbligo che è stato ritenuto violato.

In base a una relazione della polizia e della finanza il pm Mattei aveva chiesto e ottenuto gli arresti domiciliari. Ma gli avv. Sandro Salera e Paolo Marandola hanno chiesto la rivalutazione di tutti gli elementi raccolti e, con il parere sfavorevole del Pm, il Gip ha rimesso in libertà Scittarelli.

La difesa di Scittarelli, legale rappresentante di una delle coop coinvolte, ha sostenuto che tutti gli atti posti in essere nelle ultime settimane, dopo l'inchiesta portata a termine a ottobre, sono stati rivolti alla liquidazione della Coop e per questo, Scittarelli, non avrebbe violato l'obbligo del Gip, relativamente al divieto di svolgere attività imprenditoriale.

Resta in piedi la misura degli arresti domiciliari per altre tre coinvolti nell'inchiesta Welcome to Italy. Gli imprenditori Paolo Aristipini, Katia Risi e Luca Imondi. Per il resto l'indagine è chiusa e la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per le 25 persone coinvolte. L'udienza dinanzi al Gup è fissata a fine gennaio.


L'inchiesta, come noto, risale alle 2017, quando la Procura avviò un indagine sulla gestione dei fondi per l'accoglienza degli immigrati. Le indagini hanno fatto emergere un presunto sistema illecito fondato sul mancato utilizzo dei fondi dei progetti Sprar e Cas e che, invece, sarebbero stati utilizzati per acquisto di auto di lusso, ma anche per la ristrutturazione di una villa con piscina. Il tutto con l'emissione tra 2013, il 2014 e il 2015 di fatture per operazioni inesistenti e con la complicità di amministratori locali che avrebbero assegnato progetti Sprar senza gara d'appalto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero